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Consultazioni al Colle: l’asse Lega-M5S impantanato su Berlusconi

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Al Quirinale è scattato il secondo round delle consultazioni di Sergio Mattarella. In sintesi: il centrodestra resta unito e si aspetta dalle altre forze, a partire dal M5s, il senso di responsabilità. La replica di Luigi Di Maio però non si fa attendere: “Impossibile un governo con Forza Italia, Berlusconi si faccia da parte e consenta il governo con la Lega”. Salvini chiede che il premier venga indicato dal Carroccio. A irritare alleati e avversari sono però le parole di Berlusconi contro i grillini, parole pronunciate a sorpresa: un fuori programma dopo il discorso istituzionale di Salvini in rappresentanza del centrodestra. “Attenzione a distinguere chi è democratico da chi non conosce lʼAbc”, ha detto Berlusconi. La Lega inizialmente si dissocia da queste parole che  ovviamente fanno infuriare i pentastellati. Più tardi in un comunicato poi Forza Italia sottolinea che Berlusconi non ha mai posto veti. Nella nota degli Azzurri si legge: “Quando Berlusconi parla della necessità di distinguere chi è veramente democratico da chi non conosce l’abc della democrazia, rivolge semplicemente un monito a tutti coloro che continuano incessantemente nell’operazione di dileggio e di esclusione che non riguarda soltanto lui ma anche i 5 milioni di italiani che si sono riconosciuti in Forza Italia”.

Due le ipotesi del Colle. Ora Mattarella dovrà trovare il modo di smuovere le acque magari attraverso lo strumento del pre-incarico. Due sono le ipotesi in campo: incarico esplorativo al presidente del Senato Casellati o incarico più politico a un esponente del centrodestra. Data la dichiarata indisponibilità di Salvini ad accettare un incarico senza un accordo in tasca sale a questo punto il nome del fedelissimo Giancarlo Giorgetti, incarico che comunque non verrà dato prima di martedì. Il presidente infatti venerdì avrà il secondo giorno di consultazioni, poi si prenderà qualche giorno di riflessione e così si arriverà a martedì.

Le consultazioni per il nuovo governo e la questione siriana. In questo quadro difficilissimo l’unica strada aperta rimane comunque quella costruita da Lega e M5s, e il Presidente della Repubblica sembra intenzionato a percorrerla. Ma le difficoltà iniziano a farsi sentire. Mattarella si è mostrato infatti molto deciso nel chiedere a tutti chiarezza e garanzie sulla politica estera: atlantismo e rispetto dei Trattati internazionali con la crisi siriana che rischia di deflagrare e che per questo non ci possono essere ambiguità nel governo di Roma. Missione perfettamente riuscita visto che tutti i leader si sono presentati davanti alle telecamere garantendo linee equilibrate e moderate, certamente lontane da alcuni toni sentiti in campagna elettorale. Il centrodestra ha addirittura rispolverato l’accordo di Pratica di Mare che nel 2002 permise di raggiungere un accordo tra la Russia e la Nato. Un accordo, secondo il centrodestra, da ripetere per far fare la pace a Trump e Putin.

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