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Continua il braccio di ferro tra il Governo e la Jabil: saltata in nottata la trattativa contro i licenziamenti

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Continua il braccio di ferro tra il governo e la multinazionale dell’elettronica Jabil. E’ saltato in nottata quando sembrava tutto definito con il ritiro dei 190 licenziamenti, il tavolo tenuto in videoconferenza con l’azienda, il Ministro del Lavoro Catalfo, il sottosegretario al Mise Todde e i sindacati. Proprio l’azienda, con un colpo a sorpresa, ha dichiarato di non voler proseguire sulla strada del ‘dialogo’. Il tavolo potrebbe riprendere in giornata per un ultimo tentativo di scongiurare i licenziamenti.

La società americana dell’elettronica aveva annunciato, a partire da ieri 25 maggio, 190 licenziamenti nello stabilimento di Marcianise in provincia di Caserta. La vertenza è iniziata undici mesi fa, quando furono annunciati 350 esuberi

Secondo i sindacati Jabil ha improvvisamente detto no a “un percorso condiviso per la gestione degli esuberi. La trattativa era stata complessa e faticosa ma aveva riportato tutti gli attori al buonsenso, grazie allo sforzo e alla mediazione di governo e Regione e alla determinazione e responsabilità del sindacato. I licenziamenti sarebbero stati ritirati per riprendere un percorso di ricollocazione con stretto monitoraggio delle istituzioni”.

“Alle 23 – spiega Antonio Accurso, Segretario Generale Uilm Campania – si era quasi siglato l’accordo per ritirare i licenziamenti, ma l’azienda alle 23:50, con un colpo a sorpresa, ha dichiarato di non voler proseguire su questa strada”. Secondo Accurso l’azienda ha improvvisamente detto no a “un percorso condiviso per la gestione degli esuberi. La trattativa era stata complessa e faticosa ma aveva riportato tutti gli attori al buonsenso, grazie allo sforzo e alla mediazione di Governo e Regione e alla determinazione e responsabilità del sindacato. I licenziamenti sarebbero stati ritirati per riprendere un percorso di ricollocazione con stretto monitoraggio delle istituzioni”.

Per il rappresentante sindacale: “la Jabil con questo atto scellerato mette in discussione la missione industriale e crea forte incertezza minando la sua credibilità. I lavoratori tutti vengono lasciati senza nessun futuro. Chiediamo al Governo di tentare un’ultimo sforzo per riportare tutti al buonsenso o altrimenti di mettere in sicurezza il sito e accertare tutte le responsabilità”.

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