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Coronavirus, De Luca chiude le scuole in Campania fino al 30 ottobre: “decisione grave”

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Dopo l’impennata di casi da coronavirus in campania (1127 nelle ultime 24 ore) il governatore della regione Vincenzo De Luca applica un nuovo piano restrittivo e attraverso una nuova ordinanza comunica: dal 16 al 30 ottobre stop alle attività didattiche ed educative “in presenza” nelle scuole primarie e secondarie della regione. Sospese anche le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università, con l’unica eccezione per quelle relative agli studenti del primo anno. Viene introdotto il divieto di organizzare feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente.

Sospese anche le attività di circoli ludici e ricreativi. Agli enti e agli uffici competenti viene raccomandato di differenziare gli orari di servizio giornaliero del personale in presenza. Divieto di vendita con asporto, inoltre, per tutti gli esercizi di ristorazione dalle ore 21. Resta consentito il delivery senza limiti di orario. Palazzo Santa Lucia parla di “misure rigorose” adottate “con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l’obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile”.

Arriva la reazione della ministra Lucia Azzolina che nella trasmissione Zapping su Rai Radio 1 dice: “E’ una decisione gravissima e profondamente sbagliata e anche inopportuna. Sembra ci sia un accanimento del governatore contro la scuola. In Campania lo 0.75% degli studenti è risultato positvo a scuola e di certo non se lo è preso a scuola. La media nazionale è 0.80. Se c’è crescita contagi non è di certo colpa della scuola”.

Parlando del problema scuola in merito alla diffusione del coronavirus, il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina afferma poi: “gli scaglionamenti che si portevano fare li abbiamio già fatti. Da Roma ci dicano dove sono la maggiori criticità. Se c’è da fare ulteriori rilfessioni si facciano”. L’Azzolina, ospite di una trasmissione radiofonica, ha anche detto che “se non vogliamo sacrificare la scuola si può lavorare per lo smart working ancora di più”.

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