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Coronavirus Italia, in calo i contagi. Si va verso la fase 2 con riaperture in due step

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Coronavirus Disease 2019 Graphic. (U.S. Air Force Graphic by Rosario "Charo" Gutierrez)

Ci sono altre 604 vittime ma la curva di crescita del contagio da coronavirus, in Italia, continua a calare. 47 giorni dopo il ‘paziente uno’ a Codogno e 17.127 morti complessivi, il nostro Paese sembra vedere uno spiraglio di luce. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ieri sera ha spiegato che l’indice di contagio è “sceso sotto il dato 1 ed è un risultato straordinario se pensiamo che eravamo a 3 o 4, ovvero un soggetto positivo infettava fino a 3-4 persone, fino a qualche settimana fa”.

Ma se è vero che la discesa è vicina, è altrettanto vero che qualsiasi decisione sulla riapertura deve essere orientata verso la “massima cautela”. Gli occhi del governo italiano sono puntati ora sul tema della futura Fase 2. Ovvero come e quando verranno allentate le misure, in scadenza il 13 aprile, di fronte a una curva dei contagi che, adesso si sbilancia anche l’Istituto Superiore di Sanità, inizia a flettere.

“Finalmente si intravede la discesa”, ha confermato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss, avvertendo: “Con il virus dobbiamo ingaggiare una dura lotta. Non è che se arriviamo a zero fra una settimana o qualche settimana allora ‘tana libera tutti’. Le regole di distanziamento sociale vano mantenute”.

Proprio la flessione della crescita e l’approccio alle riaperture è stato al centro dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il Comitato tecnico-scientifico che avrebbe raccomandato una “linea di grande prudenza”. La curva, è emerso nel corso della riunione, “ha un andamento positivo” ma “basta poco perché risalga”. Quindi, “non bisogna abbassare la guardia”. Per questo, si va verso una Fase 2 in due step: il primo riguarderebbe piccole aperture per le attività produttive a partire dal giorno dopo Pasquetta, sempre se i dati si confermeranno. Mentre il secondo interesserebbe una rimodulazione delle misure per spostamenti e uscite. E per questo bisognerà attendere almeno l’inizio di maggio. In ogni caso non sarebbero ancora stare ipotizzate date e la linea ribadita sarebbe quella della “gradualità e prudenza” nelle riaperture.

Il presidente del Consiglio già nelle prossime ore vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite. Tra queste potrebbero esserci quelle connesse alle filiere alimentare, farmaceutica e sanitaria ma anche l’agricoltura, le aziende meccaniche, magari introducendo una sorta di ‘indice di rischio’ per i lavoratori: chi è più esposto dovrà utilizzare i dispositivi di protezione. Entro venerdì Conte dovrebbe aver concluso gli incontri per poi procedere al nuovo Dpcm nella giornata di sabato. Già questa settimana, inoltre, dovrebbe esser pronto lo studio sui test sierologici: verrà effettuato su un campione Istat della popolazione di circa 200mila persone per avere quanto più chiara possibile la diffusione del virus nel nostro Paese.

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