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Coronavirus, quattro regioni premono per la riapertura dal 4 maggio

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Quattro regioni premono per la riapertura dal 4 maggio. Per il Veneto il presidente Luca Zaia ha dichiarato: “Se ci sono i presupposti di natura sanitaria dal mondo scientifico, dal 4 maggio o anche prima si può aprire con tutto”. E ancora: “dal 4 maggio dobbiamo essere tutti pronti con dispositivi, regole, ovviamente negoziati con il mondo delle parti sociali e quello dei datori di lavoro. A me risulta che questo lavoro si stia facendo a livello nazionale con questa prospettiva. Non escludo che alcune attività possono essere anche messe in una griglia di partenza, magari, un po’ prima. Immagino che la dead line sia il 4 maggio”. Zaia si è poi chiesto quanto sia fattibile “tenere tutto chiuso e morire in attesa che il virus se ne vada oppure puntare alla convivenza. A Wuhan è stato deciso di convivere e di aprire perchè oltre un certo limite non è più sostenibile, sempre fatto salve le indicazioni del mondo scientifico. So per certo che il Comitato scientifico ha dato già le indicazioni, adesso attendiamo la risposta”. “Noi – ha concluso – abbiamo completato il nostro master plan per la riapertura, abbiamo voluto scrivere delle regole che siano uguali per tutte. Le affronteremo domani pomeriggio con l’assessore regionale alla sanità con le parti sociali e con il mondo datoriale, assieme agli altri assessori regionali, e lì proporrà la nostra bozza”.

Il presidente del Piemonte Alberto Cirio nel dibattito sulla fase due è intevenuto così: “Abbiamo bisogno di ripartire e di farlo in sicurezza. Questo significa che dovremo imparare a convivere col coronavirus e con le misure necessarie a contenerlo. Il Politecnico di Torino e gli atenei piemontesi hanno elaborato linee guida che potranno aiutare il Piemonte a farlo. Testeremo questa possibilità, nei prossimi giorni, con alcune aziende e realtà del nostro territorio e metteremo questa esperienza a disposizione del Paese”. “Il nostro Paese ha bisogno di ripartire, ne hanno bisogno le nostre aziende, le nostre famiglie, i nostri territori” – così Cirio che ha aggiunto – “Questa è una consapevolezza che tutti abbiamo, ma è anche necessario non abbassare la guardia nei confronti di questo virus e dei suoi rischi di propagazione. Rischi che purtroppo non si sono ancora esauriti”.

L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, all’Assemblea siciliana ha dichiarato: “Il premier Conte ha chiesto alle Regioni di condividere con i ministeri competenti eventuali scelte di anticipare riaperture di attività. Valutiamo l’ipotesi che lo Stato propenda di andare oltre al 3 maggio, mentre la nostra posizione è che non si può andare oltre a quella data, perché in Sicilia ci troviamo in una condizione epidemiologica diversa da quella di altre regioni. Ecco perché nel pomeriggio il presidente Musumeci incontra il comitato tecnico-scientifico regionale”.

Sulla stessa linea anche il governatore della Lombardia Fontana. “Ieri ho avuto un colloquio telefonico con il ministro Boccia e con lui abbiamo già iniziato a discutere di quelle che possono essere le modalità di riapertura e mi ha anticipato che sabato o domenica ci sarà la cabina di regia per parlare della riapertura del Paese”. Quanto alla riapertura di aziende e attività produttive Fontana ha aggiunto: “non competono a noi” e su “tutte le attività produttive decide esclusivamente il governo” e quindi “dovrò ascoltare quello che fa il governo”.

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