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Covid, aumentano ricoveri e terapie intensive. Schillaci: “Il virus è meno aggressivo”

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Nella settimana tra il 25 novembre e il primo dicembre la Fondazione Gimbe registra un aumento dei ricoveri a causa del Covid: le persone ricoverate con sintomi sono aumentati dell’11,1% e le terapie intensive sono cresciute del 28%. Si osserva anche un aumento dei decessi pari al 9,5% ossia si è passati da 580 a 635, 55 in più.

Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta dichiara che il numero dei nuovi casi settimanali non è più un indicatore affidabile della circolazione virale, sottostimata almeno del 50%. Il numero dei positivi non è affidabile, sia per l’utilizzo diffuso di tamponi fai da te, sia per il mancato testing di persone asintomatiche o paucisintomatiche”.

Diminuiscono ancora le vaccinazioni sia nella prima dose -1,3%, sia nella terza e la quarta mentre sulla quinta non si hanno ancora dati ufficiali; le persone di età superiore a 5 anni non vaccinate nel nostro Paese sono 6,7 milioni, pari al 10,6% della platea: il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è sotto il 27% con nette differenze regionali: si va dal 12% della Calabria al 40,3% del Piemonte.

Il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, dichiara che negli ultimi tre anni si è parlato solo di Covid, perché il virus ha sconvolto il mondo. Oggi però l’epidemia è cambiata. La forma attuale è meno aggressiva e sappiamo curare meglio e la situazione negli ospedali e nelle terapie intensive è sotto controllo. Spero – ha aggiunto il ministro – che con la prossima primavera ce la lasceremo alle spalle”.

Intanto in Cina i negozi riaprono e i test molecolari sono meno severi: le norme sanitarie vengono allentate in diverse città cinesi dopo le storiche proteste contro le restrizioni anti-Covid.

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