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Covid, Cdm: alt agli spostamenti tra regioni fino al 25 febbraio. Iss: sale indice Rt

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Stop agli spostamenti tra le regioni fino al 25 febbraio. E’ quanto stabilito dal Consiglio dei ministri, l’ultimo del governo uscente, convocato per approvare le nuove misure anti-Covid. Finora si era parlato della data del 5 marzo, perché lo stesso giorno scade anche il Dpcm attualmente in vigore. Alla fine invece si è scelta una proroga più breve e valida soltanto per una decina di giorni, in modo da colmare il vuoto in attesa dell’insediamento della nuova squadra di ministri di Mario Draghi. Toccherà dunque al prossimo presidente tornare a occuparsi della questione tra una settimana.

“Dal 16 al 25 febbraio – recita il testo del decreto –  sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”. Non cambiano quindi le eccezioni al divieto di spostamento, che resta invece in vigore anche per muoversi tra Regioni gialle.

Intanto il nuovo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità tratteggia uno scenario “delicato” per il nostro Paese. Sale infatti l’Rt medio nazionale, pur restando ancora sotto 1, cioè la soglia considerata critica. Questa settimana il dato arriva a 0,95 contro lo 0,84 della scorsa settimana e pure di quella precedente.

In questo scenario, si legge nella bozza del monitoraggio, “sono sette le Regioni che hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente”. Si tratta di Umbria (1,2), Toscana (1,1), Puglia (1,05), le province autonome di Trento (1,2) e Bolzano (1,25), Liguria (1,08) e Abruzzo (1,22). Anche la Basilicata e il Molise hanno un Rt puntuale superiore a 1 (rispettivamente 1,2 e 1,09), ma la situazione traballa anche nel resto del Paese: Calabria 0,81, Campania 0,8, Emilia-Romagna 0,94, Friuli-Venezia Giulia 0,98, Lazio 0,96, Lombardia 0,97, Marche 0,94, Piemonte 0,93, Sardegna 0,87, Sicilia 0,66, Valle d’Aosta 0,77 e Veneto 0,71. “In questa fase delicata dell’epidemia – sottolinea l’Iss – si conferma la circolazione diffusa di varianti virali a più elevata trasmissibilità nel nostro Paese”.

Si confermano dunque per la seconda settimana segnali di “contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica, con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.

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