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Covid, Save the Children: 96mila mamme hanno perso il lavoro con la pandemia

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Il mondo del lavoro continua a penalizzarle. Oppresse dalla pandemia che le ha costrette a un maggior carico nelle incombenze domestiche, con scuole chiuse e figli a casa, le donne subiscono, ancora una volta, lo scacco maggiore. Il sesto Rapporto “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2021”, diffuso da Save the children in occasione della Festa della mamma, evidenzia come nell’anno del covid-19 siano andati in fumo 456 mila posti di lavoro, di cui 249mila occupati da donne(- 2,5%) rispetto ai 207mila degli uomini (- 1,5 per cento). Tra queste, 96mila sono mamme con figli minori, di cui 4 su 5 hanno figli con meno di cinque anni.

L’Italia, sottolinea Save the children. è “un Paese in cui nascono sempre meno bambini e dove è urgente la necessità di una politica efficace a sostegno della genitorialità“. Lo scorso anno sono state le donne a rappresentare la grande maggioranza degli occupati con un lavoro part time, quasi 3 su 4 (73% del totale). E spesso si tratta di mamme di figli minorenni: quasi 2 su 5 hanno un contratto part time a fronte del 5,6% dei papà nella stessa condizione.

Le mamme con figli under18 in Italia sono poco più di 6 milioni e il divario di genere nei tassi di occupazione, già elevato nella popolazione, sale moltissimo tra i genitori di figli minorenni: nel 2020, è aumentato di mezzo punto, arrivando a 30,7% di differenza, con i papà occupati all’87,8% e le mamme occupate al 57,1 per cento. Tra l’altro, non solo le madri tendono a essere molto meno presenti nel mondo del lavoro rispetto ai padri, ma la loro presenza, tende a diminuire al crescere del numero di figli. Cosa che, com’è facile immaginare, non avviene per i papà.

Il rapporto mette inoltre in evidenzia anche il gap fra Nord e Sud. Fanalino di coda sono Campania e Calabria. Ai primi posti, fin dal 2012, ancora le province Autonome di Bolzano e Trento.

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