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Ddl Boschi: approvato articolo 2

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Prende sempre più forma il ddl Boschi sulle riforme costituzionali. Stamattina a palazzo Madama è stato approvato l’articolo 2, vero cuore della riforma, con 160 voti a favore, 86 contrari e un solo astenuto.

Alla luce di questa votazione il prossimo Senato della Repubblica sarà composto da 95 senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da 5 che potranno essere nominati direttamente dal presidente della Repubblica. I senatori eletti dai consigli regionali verranno scelti tra i propri componenti e tra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. Inoltre la ripartizione regionale sarà in proporzione alla popolazione con non meno di due senatori per ogni regione e due anche per le province autonome di Trento e Bolzano.

Come per l’articolo 1, anche in questo caso il buon esito della votazione è dovuto alla presentazione di un emendamento che ha messo d’accordo le varie anime del Partito Democratico. La minoranza Dem, infatti, ha votato compatta per il sì, solo dopo che è stato approvato l’emendamento Finocchiaro. Grazie a questo emendamento infatti “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono eletti” come recitava la stesura originale del ddl Boschi, ma è stato aggiunto “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”, rimandando di fatto l’eleggibilità dei senatori alla legge elettorale che dovrà essere presto discussa.

Ma non solo, l’emendamento Finocchiaro, difatti prevede anche che il prossimo Senato avrà poteri di controllo e la funzione di verificare “l’impatto delle politiche dell’unione europea sui territori” e la “valutazione delle politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni”. Inoltre eleggerà due giudici della consulta.

Solo con queste garanzia la minoranza Dem stamattina ha dato il suo assenso all’approvazione dell’articolo 2, sottolineando anche al governo che le attese a questo punto sono di una legge elettorale che sia coerente con i principi espressi da questa e modifica non verranno accettate forzature e minacciando inoltre di non votare in presenza di liste bloccate.

Superato questo scoglio, ora c’è un cauto ottimismo attorno all’intero provvedimento che si spera potrà essere approvato entro il 13 ottobre.

Stamattina dopo la votazione la seduta è terminata e i lavori riprenderanno lunedì alle 15. Prima però, alle 13 si riunirà l’ufficio di presidenza del senato, convocato dal presidente Grasso, per discutere il “caso Barani”. Dopo le polemiche e la bagarre che c’è stata nel pomeriggio di venerdì in aula, quando il senatore verdiniano Barani è stato accusato di essersi rivolto con gesti osceni alla senatrice del movimento 5 stelle Barbara Lezzi.

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