Ddl Cirinnà, niente accordo. Attesa per il “canguro”

Ancora non c’è intesa tra Lega, Dem, Alleanza Popolare e Forza Italia sul taglio degli emendamenti al ddl Cirinnà. Dopo la riunione di ieri durta 3 ore e mezza anche quella di questa mattina si è conclusa negativamente.

“A questo punto si andrà con il canguro”, spiega il capogruppo Ap, Renato Schifani. Il carroccio però non ci sta e attacca: “Scrivetelo pure, per me la parola del Pd vale quanto un peto. Mi hanno stretto la mano in due, Zanda e Marcucci, e si sono rimangiati la parola”, dichiara aggiunto il presidente dei senatori della Lega Nord Gian Marco Centinaio. Lo stesso ha aggiunto “Il patto era il ritiro di 4.500 emendamenti contro il ritiro del canguro, ma loro non lo rispettano. Sul contenuto dei 580 emendamenti che vogliamo lasciare sul tavolo decidiamo noi e solo noi. Non il Pd”.

Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri ha affermato “Mi pare che si tratti di un canguro bilaterale, un bavaglio anche per i cattodem”.

“Sulle unioni civili noi vogliamo una legge che riconosca i diritti delle unioni affettive omosessuali. Non riteniamo che tra questi diritti, per nessuno, neanche per le coppie eterosessuali, ci sia anche il diritto a un figlio”. Lo dichiara il senatore di Ap Maurizio Lupi prima di intervenire nella querelle Lega-Pd: “Penso che siamo ancora in tempo per evitare forzature, per evitare cioè di dover approvare una legge così importante senza che il parlamento possa discuterla. A questo ci porterebbe il cosiddetto emendamento canguro presentato dal Pd. Se è vera, come tutti asseriscono, la volontà di una mediazione, non diamo alcun pretesto a chi vuole forzare la mano”.

Il “canguro”, è una prassi parlamentare già adottata in merito alla legge di riforma costituzionale varata dal Senato e permette di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo: una volta approvato o bocciato il primo, decadono tutti gli altri.

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