Dl rilancio, c’è l’accordo politico: intesa anche sui migranti. Oggi il Cdm
2 min readE’ arrivato nella notte, al termine di quella che sembrava l’ennesima giornata di stallo, l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti che, insieme alla quadratura delle coperture delle misure economiche, apre finalmente la strada all’approdo del decreto rilancio in Consiglio dei Ministri. La riunione, dopo essere slittata per giorni e dopo un estremo tentativo di convocazione nella notte, dovrebbe tenersi nella giornata di oggi. Il provvedimento, una vera e propria manovra da 55 miliardi di euro, è stato bloccato per tutta la giornata di ieri in un lunghissimo pre-consiglio e sottoposto al vaglio dei tecnici che hanno dovuto revisionare tutte le misure. Alla fine però, dal ministero dell’Economia sono arrivate le rassicurazioni: “Sulle coperture non c’è nessun problema”: arrivano 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 miliardi per le pmi, 2 miliardi per l’adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti covid, 2 miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza. E da Palazzo Chigi dichiarano che è stato “raggiunto l’accordo politico”.
Per quanto riguarda il dossier più caldo, ossia quello della regolarizzazione dei migranti, dopo due giorni di strappi e tensioni, e dopo un invito del premier Giuseppe Conte a rimettersi attorno a un tavolo per trovare la quadra, il capo politico del M5s Vito Crimi ha annunciato, intorno alla mezzanotte, un accordo “soddisfacente” che mette al centro “il lavoro regolare”. E dal Pd Peppe Provenzano conferma all’unisono con Crimi l’intesa che, specifica, riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani: “non è una questione di bandierine, ma di diritti”, aggiunge. L’impianto, sottolineano fonti dem, resta sostanzialmente invariato, con i due binari definiti dal Viminale per l’emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri. Arrivano però, a quanto emerge, le rassicurazioni attese dal M5s con alcune modifiche, a partire da una precisazione ulteriore delle norme per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.
Un’intesa, insomma, che soddisfa la maggioranza. E che nella notte ha ottenuto anche il via libera del Viminale, materialmente impegnato nella stesura della norma.