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Dl rilancio, si lavora sulle coperture. Stallo sui migranti: Conte favorevole alla regolarizzazione ma il M5S fa muro

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Governo ancora al lavoro sul Decreto rilancio. Il provvedimento da 55 miliardi, nato per sostenere imprese e famiglie nella fase due, non vede ancora la luce in fondo al tunnel. Il testo dovrà essere varato dal Consiglio dei ministri in programma in giornata. Ma, a quanto confermano diverse fonti, emergono difficoltà nel trovare le coperture. All’appello mancherebbero sia i fondi per la piena copertura della cassa integrazione del decreto Cura Italia, sia risorse per misure come gli incentivi al personale sanitario. Ma la questione più esplosiva è quella della regolarizzazione di colf e braccianti che oggi vede scendere in campo anche il premier Giuseppe Conte.

Mentre il M5S assicura che “non arretrerà di un millimetro”, il capo del governo spinge per l’ok alla norma ricordando che “regolarizzare per un periodo determinato immigrati” che “già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria”. Giuseppe Conte assicura anche che nelle prossime ore la situazione si sbloccherà ritenendo “legittimo” che il Movimento rifletta e puntualizzando come la linea dell’emersione attraverso una ‘sanatoria’ sia già stata scelta da governi di centrodestra negli anni scorsi.

Così il pre-consiglio – che si è interrotto a tarda notte ed è ripreso oggi a mezzogiorno – continua e la riunione per l’approvazione del decreto slitta nuovamente. Palazzo Chigi assicura che le parti “stanno lavorando senza sosta, confrontandosi costruttivamente e nel segno dello spirito di squadra” per “dare nelle prossime ore il via libera a una solida rete di sostegni, aiuti e investimenti a protezione di cittadini, famiglie e imprese alle prese con una crisi senza precedenti”.

Ma i pentastellati continuano a fare muro. Il capo politico Vito Crimi torna a ribadire con un post che la bozza “riporta ancora la sanatoria dei reati penali e amministrativi per chi denuncia un rapporto di lavoro irregolare”. Resta l’auspicio di trovare una soluzione e “continuiamo a lavorare con spirito collaborativo”, ma avvisa: “Sul punto non arretreremo di un millimetro” perché “chi ha sfruttato le persone e ha drogato i mercati usando manodopera in nero a basso costo eludendo contributi e tasse, non può farla franca”.

Ad avviso del capo politico pentastellato non è “possibile un colpo di spugna da parte dello Stato rispetto a reati odiosi come lo sfruttamento di esseri umani”. Una “sanatoria” avrebbe “effetti ‘morali’ devastanti sul Paese” e “si tratterebbe di una vera offesa nei confronti di quelle imprese oneste che hanno scelto di intraprendere un percorso di legalità”.

Una posizione quella del M5S ritenuta “assurda e irricevibile” dal deputato Pd Matteo Orfini che va all’attacco dei pentastellati: “Il M5s – scrive su Twitter – dice che bisogna essere inflessibili con chi sfrutta gli esseri umani. E con questo argomento blocca da giorni la regolarizzazione dei migranti che spezzerebbe proprio quel meccanismo di sfruttamento.

Ad ogni modo, al di là dello scudo penale, la battaglia riguarda direttamente la platea dei benificiari. Dovevano essere 5-600mila nella versione originaria. Con i paletti M5S sarebbero comunque molti meno.

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