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È morto Valentino Parlato, tra i fondatori del Manifesto

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Lutto nel mondo del giornalismo. È morto, all’età di 86 anni Valentino Parlato. Ad annunciarlo in un post su Facebook Ritanna Armeni. Nato a Tripoli, in Libia, il 7 febbraio 1931, comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino all’espulsione nel 1969 e fu tra i fondatori de Il Manifesto.
Il segretario di sinistra italiana Nicola Fratoianni lo ricorda come “un grande giornalista e un compagno. Ci mancherà” ha detto. “Comunista per tutta la vita – lo ricorda online il suo giornale – ha militato nel Pci fino alla radiazione, lavorato a Rinascita, fondato e difeso Il Manifesto in tutta la sua lunga storia”. “Per ora ci fermiamo qui, abbracciando forte la sua splendida famiglia e tutti i compagni che, come noi, l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene”, scrive ancora e ricorda il suo giornale.

Ha raccontato se stesso nel documentario ‘Vita e avventure del Signor di Bric à Brac’, scritto e diretto dal figlio Matteo insieme a Marina Catucci e Roberto Salinas. Al Manifesto ha dedicato due libri: Se trentacinque anni vi sembrano pochi (Rizzoli 2006) e La rivoluzione non russa. Quaranta anni di storia del manifesto (Manni).

Nel 2016 dichiarò di aver votato per Virginia Raggi, candidata sindaco di Roma per il Movimento Cinque Stelle, ammise di aver tradito per la prima volta la sinistra, sperando fosse anche l’ultima.

Le parole di Renzi. “Mancherà a tutti noi, alla sinistra italiana, al Partito Democratico e al nostro Paese l’intelligenza critica, lo sguardo lucido, affilato ed eretico, il senso delle cose e dell’umanità di Valentino Parlato. Ai suoi familiari e a Il Manifesto il cordoglio e il dolore per la sua scomparsa”. Così Matteo Renzi, segretario del Partito democratico, ricorda la figura di Valentino Parlato.

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