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Esclusiva: “In Cile Veritas”, l’intervista con Il Cile

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L’artista che nel 2013 cantava sul palco dell’Ariston “Le Parole non servono più” continua invece a cibarsi di parole e di  musica. Dopo il sorprendente successo dell’album d’esordio nel 2012, “Siamo Morti A Vent’Anni” il giovane cantautore aretino  Lorenzo Cilembrini, in arte IL CILE torna sulla scena musicale con un nuovo album di inediti dal titolo  “In Cile Veritas”   un disco  definito  dallo stesso cantante  “un brindisi alla vita”.  ART-News incontra IL CILE.

Da dove nasce il titolo “In Cile veritas” o meglio dove si trova la tua verità?

Diciamo che dopo aver fatto un album con un titolo abbastanza pungente e provocatorio come “Siamo morti a vent’anni” potevo scegliere due strade per il mio secondo lavoro discografico: un titolo standard oppure continuare con una provocazione più ironica. La scelta è ricaduta sulla seconda strada per un semplice motivo, sono cresciuto nelle campagne aretine, conosco molto bene il valore culturale e sociale che dalle mie parti il vino ha,inteso proprio come lavoro contadino, e quindi mi sono detto “perché non omaggiare un po’ le mie origini?” e così ho continuato con una provocazione abbastanza sopra le righe e scegliendo un titolo che richiamasse un po’ il motto legato al Dio del vino Bacco. Una metafora ironica quella di In Cile Veritas”  che mi piace definire come “un brindisi alla vita»

L’album è stato anticipato in radio dal brano “SAPEVI DI ME”. Perchè questa scelta?

Credo che questo singolo sia paragonabile molto a quello che fu “Cemento armato” nel mio primo album. “Sapevi di me” è un po’ il punto focale del disco, come contenuti espressivi e musicali, il nucleo da cui poi si dirama tutto, insomma la scintilla che  accende l’incendio in tutti i brani dell’album.

In quanto tempo è nato “IN CILE VERITAS”?

Le canzoni fondamentalmente sono nate  nell’ arco di un’estate e poi il tutto è stato  lavorato per alcuni mesi.

Cosa c’è di diverso in questo disco che manca al precedente?

Sicuramente c’è stata un’evoluzione, un cambiamento anche mio, personale, relativo alle esperienze che ho potuto accumulare dall’ uscita del primo album. “IN CILE VERITAS” è un disco dove l’urgenza espressiva è sempre tagliente ma con una rabbia più meditata e forse più delicata. E’ un po’ come se il mio modo di scrivere squarciasse lo scuro dalle nubi facendo trasparire e percepire visivamente i raggi di sole di una speranza, che è quella che poi sfocia nell’ultimo brano dell’album  “Un’altra aurora” che fa quasi da inno e da stimolo a vedere positivamente il proprio futuro nella vita.

Sei un artista emerso   in radio e non da un talent o dalle mille visite su youtube. Cosa pensi di questo successo?

Senza dubbio è stata premiata una canzone che poi è fulcro del mio scrivere ossia”Cemento Armato”. Inutile negare che c’è stato un appoggio da parte dei network radiofonici ed il pubblico ha comunque reagito immediatamente. Poi come spesso dico ” nel mio lavoro la fama è passeggera,  una copertina è passeggera, nel tempo restano solo le belle canzoni” . Il mio intento è proprio questo scrivere belle canzoni, non mi accontento mai, voglio che la mia sia un’evoluzione continua e puntare soprattutto alla qualità .

Quanto sei ispirato dalla nostra generazione?

Direi abbastanza, da sempre e non solo. La crisi che stiamo attraversando non è più solo quella economica, anzi c’è una crisi politica, sociale e dei rapporti umani che è ancora più importante a mio avviso. Fra i miei coetanei e la vecchia generazione c’è sempre meno empatia, a partire dai metodi di comunicazioni che sono radicalmente cambiati e quando certe situazioni di precariato generale , umano,  mentale e culturale avvengono non necessariamente per errori propri , quindi in un certo senso li subiamo, si scatena in noi la voglia di riappropriarci dei nostri  sogni.

Perché le tue canzoni d’amore  spesso  non hanno il lieto? Musicalmente sei un pessimista?

La scrittura è una terapia personale che utilizzo per liberarmi dai miei tormenti e dai mie demoni, se poi qualcuno ci si riconosce è perchè  probabilmente questi demoni aleggiano un po’ nell’ anima di tutti. Di base lo ammetto sono un po’ pessimista ma è il pessimismo stesso che mi permette poi  di godere al meglio delle cose belle quando arrivano. Sono sempre stata una persona abbastanza crepuscolare, solitaria e tendente al tormento interiore, è stata la chitarra che mi ha permesso un giorno di esprimere  tutto ed il fatto che ci sia un punto di contatto con il pubblico mi fa solo più capire che il linguaggio del dolore è universale così come quello della rinascita.

Nella tua carriera hai collaborato come autore per diversi interpreti, un giorno per chi sogni di scrivere?

La verità è che il sogno di collaborare con persone  con cui volevo farlo si è già avverato. Al momento ci sono in prospettiva delle aperture interessanti che si sono aperte grazie al mio piccolo eco che ho lasciato nel mondo della musica, ma è ancora tutto in fase di realizzazione.

Non solo autore di canzoni, ma anche del romanzo “Ho Smesso Tutto”. Com’è nato questo progetto?

E’ nato su richiesta da parte della casa editrice la Kowalski Editore interessata soprattutto al mio modo di scrivere . Ho pensato “Ok,ci provo” ed ho cercato di scrivere un’opera dissacrante e satirica sulla figura del musicista che talvolta è messo su di un piedistallo dorato, mentre nella realtà  è una persona piena di insicurezze, in balia di se stesso e dei propri sentimenti. In questo romanzo parlo di storie d’amore tutte senza un lieto fine, che lasciano cicatrici nel cuore indelebili e mai risolte. “Ho smesso tutto” mostra un lato miserabile e al contempo tragicomico del cantante che talvolta il pubblico non coglie perché viene ammaliato dalle canzoni e dal suo ruolo visivamente vincente.

“Festival di Sanremo” in previsione una doppietta?

Ci tornerei molto volentieri soprattutto come sfida personale. Ho vissuto la prima esperienza con uno stato mentale che non mi è piaciuto, ho subito troppo la pressione, non tanto del palco perché quei tre minuti volano, ma della competizione e di quei piccoli sentimenti che nascono quando sei sotto stress. Adesso invece cercherei di fare un Festival molto più lucido e razionale.

E’ stato  già stato programmato un tour di “IN CILE VERITAS” ?

Certo, partiremo  l’11 dicembre da  Milano e a breve verranno pubblicate  tutte le date su www.ilcile.comwww.facebook.com/ilcileufficiale – www.twitter.com/ilcile

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CarmenDeSio

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