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Facebook, Frances Haugen: “Pericolo di disinformazione, il social network non può autoregolamentarsi”

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L’ex data scientist di Facebook, Frances Haugen, è intervenuta a Bruxelles per porre all’Unione europea il problema della regolamentazione dei giganti digitali. “Esiste un reale pericolo di campagne di disinformazione, serve un accesso completo ai dati e anche una commissione di esperti in grado di studiarli. Il social network non può autoregolamentarsi”, ha sottolineato la Haugen.

“Quasi nessuno fuori da Facebook sa cosa succede all’interno di Facebook” questo è diventato il suo motto: nelle scorse settimane al Congresso Statunitense, a Londra e a Lisbona, la Haugen ha accusato l’azienda fondata da Mark Zuckerberg di alimentare i conflitti tra gli utenti per proprio profitto, così come di favorire l’estremismo e la polarizzazione e diffondere la disinformazione. Un comportamento che danneggia la società e può dare vita a violenze reali.

L’ex manager di Facebook si è rivolta direttamente ai legislatori europei: “Cari membri del Parlamento, la posta in gioco è molto alta. Avete l’opportunità unica di creare nuove regole per il nostro mondo online. Un social media più sicuro e divertente è possibile. E le regole non devono riguardare solo gli aspetti giuridici ma anche le piattaforme. E questo perché l’accesso ai dati è solo il punto di partenza. È ciò che consente ai ricercatori e alle autorità di regolamentazione di valutare i rischi e i danni dell’intero sistema di profilazione, targeting e classificazione basata sull’engagement. Se a Facebook sarà permesso di continuare a operare nell’oscurità, avremo solo un crescendo di tragedie come risultato. Mi sono fatta avanti, con grande rischio personale, perché credo che abbiamo ancora tempo per agire, ma dobbiamo agire ora”.

Il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton ha ringraziato la Haugen per la sua instancabile dedizione: “Nei mesi scorsi Haugen ha testimoniato davanti al Congresso americano e al parlamento britannico, accusando Facebook di diffondere odio online e disinformazione utilizzando un sistema che privilegia i contenuti che fanno più click. L’Europa è seriamente intenzionata a regolamentare ciò che sembra ancora un far west digitale. La velocità è tutto: abbiamo bisogno che il pacchetto di proposte Ue per regolamentare le Big Tech sia adottato nella prima metà del 2022. Abbiamo visto l’impatto che le principali piattaforme possono avere sulle nostre democrazie e società, compreso il benessere dei nostri figli – ha così sottolineato Breton aggiungendo: Con il Digital Services Act (Dsa), ora disponiamo degli strumenti per ritenere le piattaforme responsabili della trasparenza degli algoritmi, dell’utilizzo dei dati e della mitigazione dei rischi. L’Ue, ha aggiunto, deve restare estremamente ambiziosa nella sua risposta. I maggiori sforzi di lobby a cui abbiamo assistito da parte delle Big Tech sono vani: non permetteremo agli interessi aziendali di interferire con il maggiore interesse del popolo europeo”.

La Ong SumOfUs le ha consegnato un elenco di oltre 80mila tra cittadini, attivisti, ricercatori e rappresentanti della società civile che hanno firmato una petizione per sostenere la sua azione.

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