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Fumata bianca sulla Via della Seta. L’Italia firmerà il memorandum con la Cina

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Fumata bianca sulla “Via della Seta”. L’Italia firmerà il memorandum con la Cina, ad annunciarlo il premier Giuseppe Conte al termine del vertice risolutivo a Palazzo Chigi con i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il memorandum – ha spiegato il presidente del Consiglio Conte – è un accordo quadro non vincolante, non è un accordo internazionale. Dei 13 Paesi che hanno sottoscritto il memorandum, l’Italia è l’unico che richiama diffusamente principi e regole europee. Sottoscrivendo il memorandum – ha aggiunto Conte – noi non mettiamo in gioco alcun asset strategico”. “Per quanto riguarda la partita della banda 5G – ha poi spiegato il premier – la partita delle telecomunicazioni con gli operatori cinesi, la stiamo seguendo, stiamo adottando tutte le contromisure, stiamo parlando degli operatori cinesi ma vale per qualsiasi altro operatore. Quelli sono asset strategici”.

Riguardo alla posizione di Matteo Salvini sulla Via della Seta, Conte ha invece risposto: “So che i giornali ci descrivono sempre in lite furibonda, ma in realtà quando ci vediamo al tavolo il confronto è assolutamente sereno. Siamo tutte persone ragionevoli e abbiamo l’obiettivo di sottoscrivere accordi che siano di tutela degli interessi nazionali”. “Delle volte – ha proseguito – si può ragionare sulle misure più idonee per raggiungere un obiettivo ma poi alla fine si converge”.

Non è un’intesa politica con la Cina ma un’opportunità commerciale, gli Usa restano infatti il nostro principale alleato e la Nato la nostra casa naturale” ha detto Luigi Di Maio parlando a margine del vertice. “La Via della Seta aumenterà l’export delle nostre eccellenze nel mercato euroasiatico, cresceranno i nostri imprenditori, le nostre aziende e aumenterà il lavoro. Questo è uno scatto in avanti dell’Italia, un cambio di passo verso il futuro”, mentre “Sulle telecomunicazioni saremo vigili”, ha aggiunto il leader pentastellato.

Positivo sull’accordo il commento di Romano Prodi a margine di un convegno dal titolo “The First connecting Eurasia Dialogue – from the Atlantic to the Pacific” a Bruxelles oggi: “Abbiamo le regole europee sul commercio e queste penso che siano del tutto rispettate dall’accordo (il memorandum of understanding, ndr). Nell’ambito di queste regole abbiamo degli interessi nazionali che i tedeschi hanno perseguito con forza facendo il loro terminale ferroviario a Duisburg, i porti del nord hanno fatto gli accordi con la Cina, la Grecia ha addirittura venduto parte del Pireo alla Cina, mi sembra che l’Italia debba svegliarsi e prendere la parte dei traffici verso est, e non parlo solo di Cina”.

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