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Fusione Fca – Renault, i dubbi di Nissan e del Governo francese

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Nella fusione tra Fca e Renault, operazione che se andasse in porto creerebbe il maggior gruppo automobilistico del mondo, sia la Nissan, già partner della casa francese, che il Governo transalpino chiedono delle garanzie. Quest’ultimo allo scopo di evitare tagli occupazionali e difendere l’interesse nazionale.

Il governo francese, infatti, con il suo 15% è il maggiore azionista di Renault e per questo ha chiesto ulteriori garanzie, oltre alla protezione dei posti di lavoro a Fiat Chrysler Automobiles, per accettare la fusione tra le due case automobilistiche. Nell’incontro avuto con John Elkann, il ministro dell’economia francese Le Maire ha spiegato che c’è il consenso sulla fusione 50-50, ma la Francia avrebbe alzato la posta per l’eventuale nuovo gruppo combinato: i desideri, o meglio le richieste, sono la sede operativa della compagnia post fusione a Parigi, un dividendo speciale per gli azionisti di Renault, che detiene il 43% del partner dell’alleanza Nissan, e un seggio del governo francese nel consiglio di amministrazione. Tutte ovviamente saranno oggetto di valutazione del gruppo italo-americano, ha assicurato il presidente Elkann.

Ma prima ancora delle richieste francesi, i dubbi di Nissan. La casa giapponese ha già avviato da qualche anno una collaborazione con Renault, e secondo l’amministratore delegato Hiroto Saikawa “la proposta attualmente in discussione è una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del partner, e ciò richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault”. Ma non è finita, visto che Saikawa guarda anche ad un prossimo futuro in caso di accordo positivo: “Dal punto di vista della protezione degli interessi di Nissan, Nissan analizzerà e prenderà in considerazione i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare in futuro”, ha concluso il CEO giapponese, che ha comunque parlato di nuove collaborazioni e opportunità di sinergie.

In merito alla vicenda anche il pensiero del premier Giuseppe Conte, che ha detto: “E’ una vicenda che seguo con molta attenzione e spetta al governo avere premura per i livelli occupazionali, ma senza orientare l’operazione”.

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