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Gaza, al via la tregua dopo 3 ore di ritardo

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A Gaza è iniziata la tregua. Slittato a causa della mancata consegna da parte di Hamas dei nomi dei primi ostaggi israeliani da rilasciare oggi, il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 11.15 di questa mattina (le 10.15 in Italia). Quasi 3 ore di ritardo. Un lasso di tempo in cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha minacciato di far saltare l’accordo, Hamas ha ammesso il ritardo dovuto a “motivi tecnici” e l’Idf ha continuato ad attaccare, uccidendo 13 palestinesi.

Sono tre giovani donne gli ostaggi che verranno rilasciati oggi dalle Brigate Ezzedine al Qassam, l’ala armata di Hamas.  Tutte sequestrate il 7 ottobre del 2023. Sono: Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Gonen era stata sequestrata al rave Nova, Damari – che ha doppia cittadinanza Gb – e Steinbrecher erano state rapite dalle loro case nel kibbutz di Kfar Aza. In cambio della loro liberazione – rendono noto fonti qualificate egiziane –  saranno rilasciate 90 donne palestinesi dalle prigioni israeliane”.

In tutta la Striscia di Gaza è iniziato il dispiegamento di migliaia di poliziotti, secondo un piano governativo che prevede di mantenere l’ordine e la sicurezza. Mentre cinquanta ambulanze sono entrate a Gaza attraverso il valico di Rafah, riaperto stamattina per la prima volta dal maggio scorso. Lo ha riferito una fonte della sicurezza egiziana. Sempre attraverso il valico di Rafah – rende noto la tv al Kahra al Ahbariya – sono entrati cento camion con aiuti umanitari.

Intanto dopo giorni di tensioni interne a Israele, per via dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, e altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso –  Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu – si sono dimessi dal governo di Benjamin Netanyahu, in segno di protesta. Ci si aspetta che tutti e sei i parlamentari di Potere Ebraico lascino la coalizione facendo perdere così al primo ministro la maggioranza parlamentare.

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