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Giovani italiani in fuga, Mattarella: “aprire un’adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno”

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Giovani italiani in fuga. L’emigrazione dall’Italia segna un trend in costante crescita. Questo il quadrìro che emerge dall’ultimo Rapporto “Italiani nel mondo” di Fondazione Migrantes, secondo cui sono quasi due milioni gli italiani delle generazioni più recenti iscritti nelle liste dell’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero.

Di questi, circa 841mila sono minori e oltre 1,2 milioni hanno invece tra i 18 e i 34 anni. E, se per i primi dietro potrebbero esserci ragioni famigliari, come seguire i genitori, per i secondi la motivazione è quasi sempre legata alla necessità di trovare lavoro.

A partire sono sempre più giovani donne. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”. Una ‘diaspora’ che neppure la pandemia ha interrotto ma solamente frenato. Da gennaio a dicembre 2021, ad esempio, si sono iscritti all’AIRE 195.466 cittadini italiani.

Inoltre, il “peso” della componente giovanile è sempre più pesante. Secondo il portale Skuola.net, chi è partito per espatrio da gennaio a dicembre 2021 è prevalentemente maschio (il 54,7% del totale), giovane tra i 18 e i 34 anni (41,6%) o giovane adulto (23,9% tra i 35 e i 49 anni), i minori scendono al 19,5%. Replicando quanto accaduto nel 2020, quando a partire sono stati sempre più i giovani e sempre meno gli anziani (-19,6%) e le famiglie.
L’Europa resta la meta preferita degli emigranti italiani. Il 78,6% di chi ha lasciato il nostro Paese nel 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania.

Dal Nord il flusso maggiore. Il 53,7% di chi lascia l’Italia viene dal Settentrione, con Lombardia 19,0% ) e Veneto (11,7%) i testa. Il 46,4% dal Centro-Sud con la Sicilia in testa(9,3%), seguita dall’Emilia-Romagna (8,3%) e dalla Campania (7,1%).

Sul tema è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Mattarella: “A partire sono principalmente i giovani. Tra essi, soprattutto i giovani con alto livello di formazione, che spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione. Chi lascia il nostro Paese – prosegue Mattarella – lo fa per necessità e non per libera scelta, non trovando in Italia una occupazione adeguata al proprio percorso di formazione e di studio. Si deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia”.

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