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Golpe in Myanmar: cinque reporter arrestati. ‘No’ alla violenza da Usa, Ue, Gb e Canada

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Nel mondo si sta diffondendo un nuovo virus, che sempre di più, priva le persone della propria libertà, strappa ai popoli le proprie tradizioni, allontana il pluralismo, la libertà di espressione e informazione, i diritti civili. E’ un virus altamente contagioso, ma che allerta poco il mondo intero che, sembra quasi ignorarlo, per non renderlo concreto e inevitabile. E’ il virus dell’oppressione, che fagocita le democrazie e spegne i tentativi di avvicinarsi ad essa.

Oggi parliamo del Myanmar, ma a preoccupare sono tantissimi ‘equilibri geopolitici’. Ieri il presidente americano Joe Biden dopo l’assoluzione di Trump al processo per impeachment, per l’assalto al Congresso, ha parlato di “democrazia fragile”. In Birmania il colpo militare rischia di portare il Paese indietro di anni, nonostante gli ultimi sofferti sforzi per uscire dalla dittatura militare iniziata nel 1962 e brevemente interrotta, grazie alla Lega Nazionale per la Democrazia e alla sua leader Aung San Suu Kyi, al governo dal 2015.

Anche il governo di Aung San Suu Kyi, non è scevro di errori e di prevaricazioni. Una fra tutte la repressione nei confronti dei Rohingya,  gruppo di fede musulmana che risiede principalmente nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh. I  Rohingya fanno parte degli strati più poveri della popolazione. Il governo birmano non riconosce loro la cittadinanza. Non possono muoversi liberamente nel paese e vivono in campi sovraffollati. Tuttavia era un primo, seppur sofferto passo, verso la democrazia.

Migliaia di birmani sono scesi nuovamente in piazza alle prime ore del mattino nonostante il giro di vite messo in atto dai militari golpisti. Dopo gli arresti di ieri, è aumentata la presenza dei soldati in ogni città del Paese e la Giunta ha interrotto temporaneamente l’accesso a internet.

Cinque giornalisti sono stati arrestati , dopo che le forze di sicurezza avevano aperto il fuoco sui dimostranti, anche se non è chiaro se con proiettili regolari o di gomma. Secondo media locali, la protesta è avvenuta nella città di Mytkyina. La notizia dell’arresto dei cinque giornalisti è stata rilanciata dal sito 74 Media su Facebook. Ieri l’Ambasciata Usa ha consigliato ai cittadini statunitensi in Myanmar di rimanere a riparo durante il coprifuoco che va dalle 20 alle 4.

In una nota congiunta gli ambasciatori in Birmania di Usa, Canada, Unione europea e Regno Unito, lanciano un appello: “alle forze di sicurezza, perché si astengano dalla violenza contro i manifestanti, che protestano contro il rovesciamento del loro governo legittimo. Condanniamo inequivocabilmente gli arresti dei leader politici, degli attivisti e dei civili, così come le minacce ai giornalisti”.

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