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Guerra Ucraina-Russia: prosegue il conflitto. Oggi secondo round di negoziati

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Prosegue il conflitto tra Russia e Ucraina. Nell’attesa di un cessate il fuoco, che potrebbe essere deciso oggi nel secondo round di negoziati tra le delegazioni di Mosca e Kiev, i combattimenti non si fermano. Potenti esplosioni, infatti, sono state udite nella notte a Kiev e in altre città dell’Ucraina. Parà russi sono entrati a Kharkiv, Mosca ha conquistato Kherson, Mariupol è stata circondata ed è senz’acqua. Colpite in città 3 scuole e la cattedrale.

Secondo la Bbc, almeno quattro forti esplosioni si sono registrate intorno alle 3.00 (ora locale) nella capitale, ma non è chiaro quali fossero gli obiettivi né se ci siano persone colpite. I media locali hanno anche riferito di combattimenti alla periferia di Kiev. “Il nemico sta cercando di sfondare”, ha scritto nelle scorse ore su Telegram il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko.

Questa mattina intanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha inviato un nuovo messaggio ai russi: “Qui non avrete pace, non avrete da mangiare, non avrete un momento di calma”. Lo stesso ha incalzato: “Ci sarà solo una “resistenza tanto agguerrita che ricorderanno per sempre che non rinunceremo a ciò che è nostro”. Dall’inizio dell’invasione, ha rivendicato, l’Ucraina ha sventato i piani che il “nemico” preparava da anni.

Stando a quanto riferisce il presidente ucraino Zelensky, sono morti circa 9.000 russi. Ieri invece la Difesa ucraina parlava di 5.840 russi morti. Sempre ieri il ministero della Difesa russo ha fornito per la prima volta un bilancio ufficiale delle perdite dall’inizio dell’invasione, confermando un bollettino di 498 soldati russi caduti. Secondo Zelensky è basso il morale delle truppe russe e ogni giorno soldati russi vengono fatti prigionieri. “E dicono solo una cosa – ha affermato – Non sanno perché sono qui”.

Intanto la Corte Penale internazionale ha ufficialmente avviato un’indagine su presunti crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Lo ha annunciato il procuratore della Cpi, Karim A.A. Khan Qc, dopo che 39 Paesi, tra cui l’Italia, un numero mai così ampio, hanno sottoscritto la procedura di attivazione della Corte.

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