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Incontro al Mit con Aspi, nuovo out out del governo: proposta seria entro il weekend oppure revoca

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Aut aut del governo ad Aspi. Entro la fine della settimana il gruppo controllato dalla famiglia Benetton dovrà dare forma ad un nuovo piano che dia risposte esaustive sul piano delle risorse compensative, su quello delle sanzioni in caso di inadempimento, sulle manutenzioni e controlli e che contempli un nuovo piano tariffario. Queste le conclusioni dell’incontro di ieri pomeriggio al Ministero dei Trasporti con i vertici di Austostrade per l’Italia sull’ipotesi di revoca delle concessioni.

Un ultimatum, quello dell’esecutivo, che vuole risolvere il contenzioso nato dopo il crollo del Ponte Morandi, a Genova. Le proposte ad oggi avanzate da Aspi sono infatti ritenute dal governo del tutto insoddisfacenti. Se le società del gruppo Benetton continueranno per questa strada, a quanto si apprende, la procedura di risoluzione della concessione ad Aspi è inevitabile. Posizione già espressa, tra l’altro, dallo stesso premier Giuseppe Conte che, in un colloquio con la Stampa aveva detto: “O arriva una proposta vantaggiosa per lo Stato o procediamo alla revoca, pur consapevoli che comporta insidie giuridiche”.

Tra le richieste del governo alla società ci sarebbe la rinuncia a tutti i ricorsi, assieme a un deciso calo delle tariffe, in linea con le indicazioni dell’Autorità dei trasporti, oltre a risorse compensative come penale per il crollo del ponte sul Polcevera (si parla di 3 miliardi) e la tratta autostradale gratis per Genova. Non si sarebbe affrontato, invece, uno dei temi che appare cruciale, cioè quello del controllo della società e di una eventuale uscita dei Benetton. Prima del termine dell’incontro al Mit, il titolo Atlantia aveva chiuso la seduta di Borsa con un calo di oltre l’8%. Secondo l’a.d. di Aspi Tomasi le conseguenze della revoca sarebbero “devastanti”, quindi è probabile che si cercherà fino all’ultimo di trovare una soluzione compatibile. La situazione è stata oggetto di una prima analisi in un cda di Atlantia già programmato, e che sarà chiamato a riunirsi nuovamente in queste ore per decidere fin dove spingersi con una proposta alternativa che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe anche contemplare una diluizione della quota di Aspi fino a rinunciare al controllo attraverso un aumento di capitale.

Tra gli alleati, però, le posizioni non sono tutte univoche. “Non dobbiamo aver paura di prendere decisioni nette come quella su Autostrade. È un atto di giustizia”. Ha scritto in serata su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Non possiamo più aspettare”, ha commentato il viceministro Giancarlo Cancelleri. Se da una parte dunque i 5 stelle insistono per un immediato cambio di passo, dall’altra c’è chi frena come Matteo Renzi. “La revoca è impossibile a farsi, basta con il populismo degli annunci”, ha dichiarato il leader di Italia Viva.

“Dalla gestione di Autostrade per l’Italia sono emerse gravi inadempienze: il governo ha il diritto di valutare la possibilità di una revoca o di una radicale revisione delle concessioni per tutelare l’integrità del patrimonio pubblico, la sicurezza dei cittadini e la credibilità del regime concessorio nel rapporto tra pubblico e privato” è la posizione, invece, del sottosegretario Pd all’ambiente Roberto Morassut.

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