ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

Israele: l’accordo Bennett- Lapid estromette dal Governo Netanyahu, dopo 12 anni di dominio

2 min read

E’ la fine di un epoca in Israele. Dopo 12 anni di dominio assoluto nella politica nazionale ed internazionale, Benjamin Netanyahu potrebbe uscire di scena. Il leader del partito Yamina, Naftali Bennett, ha infatti annunciato che cercherà di formare un esecutivo di unità nazionale con Yair Lapid e con gli avversari del primo ministro Benjamin Netanyahu. L’ex fedelissimo Bennett ha giustificato la sua scelta spiegano che in questo modo conta di impedire al Paese di “scivolare in una quinta elezione consecutiva in poco più di due anni”.

Per Bennett si tratta di una crisi politica senza eguali nel mondo. “Stiamo smontando l’edificio dello Stato e rischia di crollare tutto”, poi l’affondo a Netanyahu: “Io sarei stato possibilista ma non c’era la maggioranza. Netanyahu intende trascinare tutto il campo nazionalista verso la propria Masada personale”.

Il leader uscente Netanyahu è furioso: “È la truffa del secolo, scandaloso che con 6 seggi si possa fare il premier”. Netanyahu che ha accusato Bennett di aver fatto “molte giravolte”, ha poi aggiunto: “L’unica cosa che gli interessa è fare il premier. Gli israeliani che mi hanno scelto con 2 milioni e mezzo di voti volevano me come premier”.

Il più giovane primo ministro nella storia di Israele (nel 1996 a 46 anni), stavolta non può neppure contare sull’appoggio dato dalla Casa Bianca nelle ultime tre tornate elettorali. Durante la sua presidenza, Donald Trump ha fatto molto per lo storico alleato: ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele, spostandovi l’ambasciata, e riconoscendo la sovranità israeliana sulle Alture del Golan. Ha inoltre presentato un piano di pace definito ‘del secolo’ che prevedeva l’annessione da parte di Israele, del 30% della Cisgiordania e della Valle del Giordano. Ha tagliato i fondi ai palestinesi e portato avanti una lotta senza quartiere all’Iran, abbandonando unilateralmente l’accordo sul nucleare del 2015 e ristabilendo sanzioni contro la Repubblica islamica. Tuttavia con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca, il legame tanto saldo con l’altra sponda dell’Atlantico è venuto a mancare.

Autore