Istat: boom di femminicidi durante il lockdown
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L’emergenza Covid ha influito negativamente sulla vita delle donne: nei primi 6 mesi 2020 la situazione si è ulteriormente aggravata con un numero di delitti pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019, e hanno raggiunto ben il 50% durante il lockdown nei mesi di marzo e aprile 2020. Le donne sono state uccise principalmente in ambito affettivo/familiare (90% nel primo semestre 2020) e da parte di partner o ex partner (61%).
L’incidenza media è di 6,1 omicidi per 100.000 abitanti e, se si distingue il sesso della vittima, si ottengono valori notevolmente diversi: 9,1 per gli uomini, che costituiscono l’81,0% del totale delle vittime: e 2,0 per 100mila donne. Gli omicidi risultano così distribuiti: 37,0% in America, 35,0% in Africa, 23,0% in Asia, 4,7% in Europa e 0,2% in Oceania.
Per i più giovani e i più anziani il rischio maggiore è rappresentato dall’ambiente familiare: nel 2019 sono stati uccise da un familiare o un parente tutte le vittime minorenni (14 omicidi a 0 a 13 anni; nessun omicidio rilevato fra i 14-17enni) e il 37,0% degli ultrasessantacinquenni. Per le classi adulte, è stato vittima di un parente il 44,4% degli uomini con più di 65 anni e il 29,6% delle donne, mentre quasi la metà delle donne della stessa età è stata uccisa da un partner (il 48,6%). Non trascurabile per le donne con più di 65 anni la possibilità di essere uccise da parte di sconosciuti (pari a quasi un quinto dei casi). Nel 2019 in Calabria è stato commesso il maggior numero di omicidi.