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Julian Assange potrebbe essere estradato. Il fondatore di Wikileaks rischia 175 anni di carcere

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Verdetto ribaltato e ora Julian Assange rischia. L’Alta Corte di Londra ha infatti ribaltato la sentenza di primo grado che negava l’estradizione del fondatore di Wikileaks dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Il caso verrà quindi rinviato al tribunale di grado inferiore per essere nuovamente dibattuto.

A ricorrere all’Alta Corte era stato il team legale americano che si opponeva al divieto di estradizione sulla base di un possibile pericolo di suicidio legato al trattamento giudiziario e carcerario negli States. I giudici britannici hanno accolto le rassicurazioni sul trattamento in carcere dell’uomo, una volta estradato, fatte dalle autorità americane. Lord Burnett ha infatti dichiarato: “Questo rischio è a nostro giudizio escluso dalle rassicurazioni che vengono offerte”. E ha aggiunto: “Questa conclusione è sufficiente per determinare il ricorso a favore degli Usa”.

La reazione di Assange. “Questa sentenza è un grave errore giudiziario”. Cosi’ Stella Moris, compagna di Julian Assange e membro del suo team legale, ha definito, in un post pubblicato su Twitter da Wikileaks, il verdetto dell’Alta corte di Londra. Moris ha annunciato la volontà di fare ricorso “al più presto possibile” alle autorità giudiziarie del Regno Unito. Anche la Russia è sulla stessa linea: “Sentenza vergognosa”, ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dall’agenzia di stampa Tass. II 50enne australiano rischia una condanna a 175 anni di carcere negli Stati Uniti.

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