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La Cina torna a minacciare Taiwan: “chi vuole separare il Paese, non farà una buona fine”

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La Cina torna a minacciare Taiwan. L’unificazione “è una questione interna alla Cina e non ammette interferenze esterne”. Così il presidente cinese, Xi Jinping, sottolineando che “chiunque voglia tradire e separare il Paese sarà giudicato dalla storia e non farà una buona fine”. E, in ogni caso, sempre secondo Xi Jinping “è la volontà comune di tutto il popolo cinese. La riunificazione nazionale con mezzi pacifici serve al meglio gli interessi della nazione cinese nel suo insieme, compresi i connazionali di Taiwan”.

In questo viaggio verso l’unificazione, ha osservato Xi, che adduce improbabili motivazioni storiche: “dobbiamo promuovere pienamente il patriottismo, un forte senso di dignità nazionale e la fiducia tra il nostro popolo, rafforzando il senso di comunità della nazione cinese”. Per realizzare il ringiovanimento nazionale, “abbiamo bisogno non solo di un ambiente domestico stabile e unito, ma anche di un ambiente internazionale pacifico e stabile”: per questo “promuoveremo i valori umani condivisi di pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà, lavoreremo per rafforzare la solidarietà con i popoli di tutti gli altri Paesi e ci impegneremo in sforzi comuni per contrastare l’egemonia e la politica di potere”.

Di tutt’altro avviso Taiwan che di annessione non vuol proprio sentire parlare. “Quello di decidere il futuro e lo sviluppo di Taiwan è un diritto unicamente dei 23 milioni di abitanti dell’isola” ha replicato duramente il Consiglio di Taipei per gli affari con la Cina. Taiwan, ha ribadito la presidente Tsai Ing-wen, “non cederà e difenderà con forza sovranità e sicurezza nazionali sforzandosi di “mantenere pace e stabilità”.

Intanto L’USS Connecticut, un sottomarino americano da attacco rapido a propulsione nucleare, avrebbe colpito lo scorso 2 ottobre un oggetto non identificato mentre operava in acque asiatiche. La notizia è stata diffusa ieri dalla Marina degli Stati Uniti che chiarisce: “L’impianto di propulsione nucleare dell’USS Connecticut e le strutture non sono stati coinvolti e restano pienamente operativi. Una dozzina di marinai sono rimasti lievemente feriti, ma la situazione è del tutto sotto controllo”.

L’incidente potrebbe in realtà nascondere qualcosa di molto più grave. La Marina cinese, che Pechino sta modernizzando da più di 25 anni, è diventata una formidabile forza militare e costituisce un elemento chiave della sfida di Pechino allo status di potenza leader nel Pacifico occidentale, detenuto da molto tempo dagli Stati Uniti. Non a caso nel Mar Cinese Meridionale, negli ultimi mesi, si sono intensificate le esercitazioni navali, prima cinesi e poi congiunte Usa-Singapore.

Il Wall Street Journal ha inoltre fatto trapelare la notizia secondo cui le forze speciali statunitensi e i Marines hanno addestrato le forze speciali di Taiwan per almeno un anno. Mercoledì scorso il ministro della Difesa taiwanese, Chiu Kuo-cheng, aveva avvertito che la Cina si prepara a lanciare un’operazione per invadere l’isola entro il 2025. Per questo motivo la vicenda dell’USS Connecticut potrebbe in realtà nascondere una prima e preoccupante scaramuccia militare tra i due Paesi.

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