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Secondo il Cnel, è impossibile tornare ai livelli occupazionali pre-crisi

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Quando in Italia si parla di livelli occupazionali, tutto si può purché vivere di ottimismo.  A fine marzo, il premier Matteo Renzi aveva previsto il calo del tasso di disoccupazione al di sotto del 10% entro il 2018 scommettendo sul successo del Jobs Act che sta spaccando il Pd. Non è quanto, però, si prospetta dagli scenari simulati dal Comitato nazionale di economia e lavoro.

Secondo il Cnel, infatti,  perché il tasso di disoccupazione scenda intorno al 7%, come prima dello scoppio della crisi, servirebbe la “creazione da qui al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro”. Un’ipotesi che sembra essere irrealizzabile.  

Allargando il campo agli inattivi, infatti, il tasso di disoccupazione” è “giunto a superare il 30% nel 2013, senza peraltro mostrare segnali di rallentamento nella prima parte del 2014″. “I progressi per il mercato del lavoro italiano – prosegue il Cnel – non potranno che essere molto graduali. Il sistema potrebbe iniziare a beneficiare di un contesto congiunturale meno sfavorevole non prima dell’inizio del 2015″. E sarebbe, sottolinea, già “la migliore delle ipotesi”. 
 

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