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Lavoro: negli ultimi 10 anni più occupati ma peggiora la qualità

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Aumenta il numero di occupati in Italia, che nel 2019 ha superato il livello dell’aprile-giugno 2008 di 283mila unità. È cambiata tuttavia la composizione dell’occupazione con i dipendenti full-time a tempo indeterminato che sono calati nello stesso periodo di -544mila unità, così come sono diminuiti gli indipendenti. Crescono invece fra i lavoratori dipendenti sia i Part-time che i tempi determinati. Questi i dati diffusi dalla Cgil.

“Se si prendono in esame le tipologie di lavoro – afferma la fondazione del sindacato – la qualità dell’occupazione italiana, nonostante la variazione positiva dello stock di occupati, peggiora sensibilmente, anche per le caratteristiche di “involontarietà” che la contraddistinguono”. La conferma arriva dalle ore lavorate che nello stesso periodo risultano ancora inferiore al secondo trimestre del 2018: il calo è del 5,1% e risulta ancora maggiore tra gli indipendenti che risentono di una contrazione anche nel numero assoluto di occupati; nonostante ciò la quota di occupati indipendenti è in Italia pari al 23% contro meno del 15% nell’Eurozona.

La ricerca si sofferma in particolare sui temi del Part-time involontario e del tempo determinato, dai quali emerge un peggioramento della qualità del lavoro: per lo studio della Fondazione della Cgil, infatti, la “minore retribuzione oraria con più ore lavorate e il maggior utilizzo nelle fasce centrali dell’occupazione sono una parte della spiegazione dell’alto tasso di part-time involontario in Italia”. Lo stock di dipendenti a tempo determinato è cresciuto fino a oltrepassare nel 2018 quota 3 milioni, livello superato anche nel 2019.

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