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Le richieste e le preoccupazioni di ANMIC: frequenza in presenza e in sicurezza ma non solo

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Confronto serrato tra le associazioni di categoria e il Governo per garantire il ritorno a scuola senza divergenze. Il presidente nazionale Nazaro Pagano: “Il nuovo anno scolastico deve ripartire garantendo l’effettiva partecipazione dei disabili. I nostri ragazzi non devono essere discriminati ed emarginati”.

Nei giorni scorsi, le organizzazioni dei disabili si sono incontrate nella Consulta dell’Osservatorio permanente sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. È toccato poi al Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio riunirsi alla presenza del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e delle associazione preposte tra cui l’ANMIC tramite la FAND con il presidente nazionale prof. Nazaro Pagano.

Evidenziate le criticità della didattica a distanza, viste anche le limitate competenze digitali di molti e la complicata aderenza delle metodologie alla situazione di emergenza, con conseguenze inevitabili rispetto all’integrazione scolastica.

Proprio partendo da qui , è stato necessario un confronto per discutere della ripresa delle attività a settembre e per ribadire le posizioni delle federazioni e delle associazioni dei disabili, a cominciare dall’ANMIC.

“Siamo partiti dalla constatazione del fallimento della didattica a distanza – afferma il prof. Nazaro Pagano, presidente nazionale dell’ANMIC – e dalla caduta del sistema dell’istruzione. Il nuovo anno scolastico deve ripartire garantendo l’effettiva partecipazione dei disabili. Gli alunni con disabilità non devono essere discriminati ed emarginati. In questo senso è fondamentale sia non dare eccessive responsabilità ai presidi sia assegnare da subito ai nostri ragazzi gli insegnanti di sostegno, evitando l’emorragia verso il posto comune, un fenomeno che va un discapito della continuità didattica”.

LE RICHIESTE E LE PREOCCUPAZIONI DI ANMIC: FREQUENZA IN PRESENZA E IN SICUREZZA MA NON SOLO

Innanzitutto, quest’anno più che mai, è fondamentale che le attività scolastiche inizino per gli alunni con disabilità in tempi uguali a quelli dei loro compagni di classe. Poi, ci si attende la garanzia di una frequenza in presenza e in sicurezza, ma anche in condizioni di pari opportunità con gli altri alunni.​ In caso di turni, dovrà essere garantita sempre, soprattutto per le disabilità intellettive e i disturbi del neuro sviluppo, la didattica in presenza. Va poi assicurata la continuità di tutte le figure di supporto: insegnanti di sostegno, educatori, assistenti all’autonomia ed alla comunicazione, anche mettendo mano velocemente alle norme che regolano la loro assegnazione e le loro nomine, da accelerare proprio con il fine della continuità. Quando ci si riferisce alle pari opportunità dei disabili, non si trascurino anche i corsi di recupero e di apprendimento integrativo: devono essere garantiti,​calibrati e adeguati. Le medesime pari opportunità devono essere ricercate anche all’individuazione di spazi alternativi che tengano conto di accessibilità e fruibilità. Inoltre, questo momento di passaggio e di ripensamento di percorsi e procedure può rappresentare anche l’occasione per rivedere gli strumenti di progettazione educativa.

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