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Libano, colpite basi Unifil due sono italiane. Crosetto: “Gli atti di Israele potrebbero costituire crimini di guerra”

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Israele ha colpito basi Unifil, due sono italiane. Ad essere colpite sono state le basi lungo la linea di demarcazione, oltre al quartier generale di Naqura nel sud del Libano. Andrea Tenenti, portavoce della missione Onu di cui fanno parte un migliaio di italiani fa sapere: “Nessun peacekeeper italiano è rimasto coinvolto nell’attacco. I due caschi blu rimasti feriti sono indonesiani, non gravi, ma rimangono in ospedale”.

Dopo i colpi sparati dall’Idf la missione Onu ha ricordato a Israele “l’obbligo di garantire la sicurezza e la protezione del personale e di rispettare l’inviolabilità dei locali in ogni momento”. Parigi e Roma riuniranno i Paesi europei contributori a seguito di quanto accaduto.

Intanto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in conferenza stampa a Palazzo Chigi tuona: “Non esiste la giustificazione di dire che le forze armate israeliane avevano avvisato Unifil che alcune delle basi dovevano essere lasciate. Ho detto all’ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini dal governo israeliano – sottolinea Crosetto aggiungendo – Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra”.

Un portavoce dell’Unifil ha dichiarato al sito di notizie Walla, ripreso dal Times of Israel, che la forza multinazionale di mantenimento della pace nel Libano meridionale ha respinto la richiesta israeliana di evacuare le postazioni lungo il confine tra Israele e Libano. Il portavoce invita Israele e Hezbollah a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impone a Israele di non oltrepassare la Linea Blu e a Hezbollah di disarmare e ritirare le sue truppe a nord del fiume Litani, a 18 miglia dal confine.

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