Lugano: tra alberi e cultura
La più grande “città italiana” al di fuori dell’Italia si chiama Lugano. E’ una piccola metropoli affacciata sul lago da cui prende il nome e si trova in Svizzera.
Lugano è una città ricca d’arte e cultura che ha visto il passaggio di grandi personaggi storici. Il Grand Café al Porto nella città vecchia, ad esempio, ha ospitato ai suoi tavolini Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini.
Piazza della riforma è il cuore della città, ospita banche, caffè storici e il Palazzo Civico progettato a metà Ottocento dall’architetto milanese Giacomo Moraglia sul modello del Teatro alla Scala
Lugano è anche terra di espatriati. A Montagnola ad esempio, visse esule dal 1919 fino alla morte, lo scrittore poeta Hermann Hesse. Nel piccolo centro, appena fuori Lugano dal 1997 c’è il museo a lui dedicato nella Torre Camuzzi, accanto a Casa Camuzzi dove lo scrittore tedesco visse.
“Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non brama più di essere un albero. Vuole essere quello che è.”
(Hermann Hesse)
E con questi versi del poeta ci spostiamo sul lungolago dove, appunto, sono gli alberi a farla da padrone.
I lavori che hanno contraddistinto la realizzazione del Lungolago, lo rendono una delle principali opere di ingegneria del posto. Solo su questo percorso sono stati piantati 486 alberi tra Tigli ed Ippocastani, tutti potati ad ombrello a formare una barriera vegetale fitta e densa che, oltre a fungere da filtro tra la città ed il lago, offre un fresco riparo nelle calde giornate estive.
Lungo il percorso si possono ammirare quelli che sono classificati tra i più interessanti edifici storici di Lugano e anche l’albero più maestoso ed imponente della città: una gigantesca sequoia.
Altra meta di grande interesse, a una ventina di minuti da Lugano, sono i Castelli di Bellinzona, capitale cantonale. Il sistema difensivo, Patrimonio Unesco dal 2000, fu realizzato dai Duchi di Milano nel Quattrocento.
“La meta è questa: mettermi sempre là dove io possa servir meglio, dove la mia indole, le mie doti e le mie qualità trovino il terreno migliore, il più largo campo d’azione”
(Hermann Hesse)