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M5s, Consiglio Nazionale: congelata l’espulsione di Di Maio. Conte: “Forte rammarico”

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Finito sotto il fuoco di un’ala pentastellata dopo le sue dichiarazioni apertamente contrarie alla richiesta di stop di invio di armi all’Ucraina, Luigi Di Maio evita l’espulsione dal partito. Ma rimane sotto accusa. La posizione del ministro degli esteri è stata discussa in notturna dal Consiglio nazionale del Movimento 5 stelle per oltre 4 ore. Il rammarico però resta. “Molto” rammarico per usare le parole del leader Giuseppe Conte col quale si sta consumando uno strappo interno sempre più evidente.

Nel corso della lunga riunione con i 14 componenti del Consiglio, è stata ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata domani al Senato, in concomitanza con le comunicazioni del premier Mario Draghi prima di partire per Bruxelles: il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria. Non farà alcun riferimento alle armi, bensì ad una de-escalation militare.

Nelle scorse ore era stato proprio Di Maio a rompere con questa posizione, prendendone le distanze: “Da ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici”, aveva scritto il titolare della Farnesina in una nota. “Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista”.

Adesso, ai vertici del Movimento, se si vuole evitare una spaccatura definitiva, non rimane che cercare di ricucire i rapporti tra l’ala più dura, secondo cui Di Maio si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti, e chi invece teme una scissione e vuole quindi che lo scontro rientri.

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