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Maldini: «Ho accettato perchè la società è seria ma non ci saranno spese pazze»

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Terminata da poco la conferenza stampa di Paolo Maldini, tanti gli argomenti trattati dal nuovo direttore strategico area sport rossonero, una primissima esperienza da dirigente, una scelta ponderata, presa soltanto grazie alla serietà della nuova società, come detto proprio dallo stesso. A fianco dell’ex capitano c’erano il direttore generale Leonardo ed il presidente Paolo Scaroni. Anche Gordon Singer ha voluto presenziare a questo evento sotto certi aspetti storico, per via del peso specifico della figura di Maldini. Di seguito le parole del nuovo direttore, alcune decisamente degne di nota in chiave mercato.

UNA DIFESA GIOVANE: «Quello che posso fare io è parlare con i ragazzi e con l’allenatore. Ma stiamo parlando di ragazzi che sono in età per tirare fuori il meglio di loro. Siamo contenti della difesa e della squadra».

RICHIESTE DI GATTUSO: «E’ peggiorato rispetto a quando è partito per gli Usa (ride). La sua riconferma non è mai stata in discussione, è uno che trasmette valori. Quando ci vedremo, sentiremo le sue richieste».

DIFESA ITALIANA: «Ho avuto la fortuna di arrivare al Milan con Tassotti, Baresi, Costacurta e Filippo Galli. E’ stat la linea difensiva più forte a livello italiano. Oggi loro sanno cosa vuol dire stare al Milan e possono fare bene».

DONNARUMMA: «Lui lo sa. Ha fatto la trafila. Ogni parabola è diversa. E’ un ragazzo che avuto tante pressioni negli ultimi due anni e ha retto fin troppo bene. L’idea è di aiutarlo in questo rapporto complicato con il pubblico».

SETTORE GIOVANILE: «Credo che si possa sempre migliorare. Il Milan ha fatto le cose per bene perché ha portato tanti giovani. Chi lo guiderà sarà un argomento dei prossimi giorni».

UN CERCHIO MAI CHIUSO: «Non era obbligatorio che si chiudesse in questa maniera. Quello che ho fatto in campo non portava per forza ad un approdo da dirigente. Ho sempre preso le cose nella maniera molto semplice e un po’ fatalista».

SU CALDARA E ROMAGNOLI: «Higuain è stato un grande colpo, ma abbiamo preso uno dei giovani centrali italiani più forti come Caldara. Chi mi incuriosisce? Mi ha fatto impressione la parabola di Cutrone. Quello che ha fatto l’anno scorso, è incredibile. Ha una voglia che è fuori dal comune ed è molto importante».

SUGLI ERRORI DEGLI ULTIMI ANNI: «Mi mancavano certe cose dello spogliatoio. Sono sempre stato appassionato e ho seguito il Milan. Non vorrei andare indietro nel tempo. Mi concentrerei sui nostri obiettivi».

RAPPORTO CON LA CURVA: «Il mio rapporto con i tifosi è stupendo. Mi amano e me l’hanno sempre dimostrato. Quello che è successo è rimasto in quella giornata. Non devo ricucire niente. Sarò giudicato per quello che produrrò. Ho altri obiettivi in testa.Non mi aspetto niente, per me quello che è successo è dimenticato».

INIZIO DI UNA NUOVA CARRIERA : «Sono qui per imparare e per dare tanto. Oggi inizia la mia carriera dirigenziale e non penso che avrei potuto sognare qualcosa di meglio rispetto ai mie nuovi compagni di viaggio».

SUL NUOVO CAPITANO: «Devono essere coinvolte più componenti. Non avendo ancora avuto un colloquio con allenatore e compagni, non posso dare questa risposta».

COME HA CAMBIATO IDEA: «Alla base di tutto c’è l’amore verso il Milan. La mia storia mi impone di esser qua e se c’è una scelta nel calcio è nel Milan o nella nazionale. L’amicizia e il progetto serio le altre».

SUI VERI VALORI: «Il senso d’appartenenza, la fedeltà, lottare per un obiettivo comune devono rimanere sempre in uno sport di squadra. Anche l’approccio dei calciatori ai media è completamente diverso».

PROMESSE AI TIFOSI: «La società deve esser solida e lo sarà. Dobbiamo dar conto al FFP, non ci saranno spese pazze. La società è seria e vuole tenere questo club per un periodo di medio-lungo termine. Questo ha fatto si che abbia acettato. La mia storia mi obbliga a non prendere degli impegni a breve termine. Con Gattuso ci siamo solo salutati, a breve ci vedremo. La squadra viene da due sesti posti, cercheremo di migliorarla. Ci siamo parlati con Leo e da qui a fine mercato, qualcosa si saprà».

SUL CALCIO DI OGGI: «C’è un’evoluzione continua e va capita e analizzata. C’è qualcosa che torna di moda e qualcosa che passa di moda. Rispetto al 2009 non ho visto grandi cambiamenti dal punto di vista tecnico-tattico».

SUL GRANDE MILAN DEL FUTURO: «Sento il peso dell’incarico. Sono una persona molto responsabile. C’è la bellezza di tornare nel mio ambiente, nel mio club. Mi ha visto realizzarmi nella mia carriera sportiva. C’è la bellezza di tornare nell’ambiente che mi ha fatto crescere».

COMPETENZE: «Prima squadra, settore giovanile, rapporti con l’allenatore, mercato. Condivideremo con Leonardo tutta l’area sportiva».

SUL NUOVO PROGETTO: «Progetto e ruolo sono legati. Il ruolo ha giocato un’importanza fondamentale. Prima non avev mai trovato una collocazione giusta. Avere Leo accanto a me è fondamentale. Conosco la materia e anche avere una società dietro che segue le nostre indicazioni, credo sia davvero fondamentale».

SUL NUOVO RUOLO: «Le persone fanno la differenza. Condivideremo questa esperienza con Leo. Siamo amici, ma diversi. Ci completeremo. Lui mi ha chiamato 20 giorni fa, non abbiamo avuto tanto tempo. Ho incontrato la proprietà a New York e le cose sono state fatte in maniera molto rapida. Il carattere rimane quello. Sono diventato più chiacchierone nel tempo. Ho sempre vivo quel senso di appartenenza che deve essere ritrasmesso a questa squadra».

RITORNO AL MILAN: «Non ho mai detto di no senza prima parlare. Il Milan di Barbara Berlusconi aveva intavolato un discorso, poi non andato a buon fine. Un anno e mezzo fa avevo parlato con la proprietà cinese, ma non siamo riusciti a definire il ruolo e ho deciso di non collaborare con loro. Adesso la situazione è diversa. Ho parlato sia con Leo sia con Elliott che mi hanno esposto il progetto. Loro dovevano fare le scelte in base al loro credo e non dovevo essere per forza incluso. Adesso che lo sono, sono molto contento».

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