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È morto Alfredo Reichlin, storico dirigente del Pci e partigiano

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Lutto nel mondo della politica: si è spento, all’età di 91 anni Alfredo Reichlin, partigiano, dirigente del Partito Comunista Italiano e direttore dell’Unità. Nato a Barletta, diventò romano di adozione, essendosi trasferito nella capitale all’età di cinque anni. Reichlin partecipò alla Resistenza con le Brigate Garibaldi, facendo parte dei GAP. Fu catturato e prigioniero dai fascisti nel 1944. Liberato grazie all’aiuto del gappista Arminio Savioli. Due anni dopo si iscrisse al Partito comunista italiano, di cui fu uno dei dirigenti più importanti per circa trent’anni. Diventa segretario della Fgci, a 33 anni è direttore dell’Unità.

Proprio pochi giorni fa, il 14 marzo, Reichlin era intervenuto con un articolo-testamento sulle pagine dell’Unità in merito alla situazione politica attuale nella sinistra italiana e sulle divisioni che hanno portato alla scissione interna del partito. “Sono afflitto da mesi da una malattia che mi rende faticoso perfino scrivere queste righe. Mi sento di dover dire che è necessario un vero e proprio cambio di passo per la sinistra e per l’intero campo democratico. Se non lo faremo non saremo credibili nell’indicare una strada nuova al paese.” Queste le parole di Reichlin che continua lanciando un monito: “Non sarà una logica oligarchica a salvare l’Italia. È il popolo che dirà la parola decisiva. Questa è la riforma delle riforme che Renzi non sa fare. La sinistra rischia di restare sotto le macerie. Non possiamo consentirlo”.

Tante le reazioni nel mondo della politica. 

Cosi’ il premier Paolo Gentiloni in ricordo dello storico dirigente Pci.

“La scomparsa di Alfredo Reichlin lascia un vuoto profondo. Se ne va una delle personalità di maggiore spicco della sinistra italiana, un punto di riferimento per generazioni di donne e uomini impegnati nella cosa pubblica. Lo ricordiamo con affetto e riconoscenza e siamo vicini alla famiglia in quest’ora di dolore”. Così l’ex segretario Pd ed ex premier Matteo Renzi

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