MotoGP, Qatar: la prima pole è di Vinales su Yamaha. Dottore in crisi: cosa succede a Valentino Rossi?
3 min readIl “Circus” del Motomondiale è ripartito: prima tappa di questo 2019, il Qatar. Sul circuito di Losail la prima pole dell’anno è di una Yamaha ma non è quella di Valentino Rossi. Svetta, infatti, Maverick Vinales: giro stratosferico del pilota spagnolo che fa bingo al primo giro, limando poi il riferimento al secondo tentativo con uno splendido 1’53.546. Per il “Top Gun” catalano si tratta della 18° pole in carriera, la 7° nella classe regina. Un giro veloce che gli mancava dall’ultimo round della passata stagione a Valencia. Il secondo crono delle qualifiche è di Andrea Dovizioso su Ducati, che per un solo millesimo precede il campione del mondo in carica Marc Marquez. Terzo tempo per lo spericolato “Marcziano” che guadagna la prima fila.
Le altre posizioni. Ad aprire la seconda fila c’è Jack Miller davanti a un sorprendente Fabio Quartararo, quinto sullo schieramento di partenza al debutto in MotoGP. Sesto tempo per Cal Crutchlow, settimo Danilo Petrucci con l’altra “Rossa” di Borgo Panigale. A seguire: Franco Morbidelli davanti a Takaaki Nakagami. Quarta fila per Alex Rins, Joan Mir e Aleix Espargaro. Quinta fila per Bagnaia, 13° in griglia e rimasto fuori dalle Q2 per 41 millesimi. Pecco precede il maestro Valentino Rossi e Lorenzo. Sfortunato il maiorchino che nelle fasi finali delle Q1 incappa in una caduta, la seconda della giornata dopo quella rimediata nelle libere 3; Jorge perde il controllo della sua Honda alla curva 2, un punto in cui sono finiti a terra anche altri centauri, tra cui Johann Zarco e Jack Miller.
Che cosa è successo a Valentino Rossi? Dopo le prove libere del venerdi questa domanda se la sono posta tutti nel paddock della MotoGP. Un paddock a dir poco sbalordito nel vedere il Dottore sprofondare dal primo posto nel turno mattutino al sedicesimo in quello pomeridiano. Il problema più grande, però, è che perfino il diretto interessato non sembrava avere la risposta. Vale si è limitato ad annotare che un microscopico aggiustamento dell’assetto tra le due sessioni, è bastato a sconvolgere il comportamento della sua M1. La moto ha improvvisamente iniziato a distruggere il lato destro della gomma anteriore. E così, nel box del numero 46, gli ingegneri si sono subito messi alla disperata ricerca di quel presunto errore, di quel piccolo dettaglio che era bastato a sbilanciare l’equilibrio della M1, visto che non era mai accaduto nei test svolti la scorsa settimana sempre a Losail.
Evidentemente il rimedio non è stato trovato. Nella terza sessione di libere, infatti, il “Folletto di Tavullia” ha provato l’impossibile, montando una coppia di gomme morbide nuove per tentare l’ingresso nei primi dieci e dunque la promozione diretta alla fase finale delle qualifiche. Tentativo fallito, come era logico aspettarsi dato che la pista qatariota è molto più lenta al mattino. A quel punto Valentino Rossi è stato costretto a passare per l’imprevedibile tagliola dell’eliminatoria in cui non è mai riuscito a impensierire le due Honda di Crutchlow e Nakagami, pur chiudendo a soli 106 millesimi dal giapponese. Inevitabile, però, il quattordicesimo posto per il centauro pesarese invischiato in una crisi inopinata: mai efficace sul giro secco, anzi proprio lento e per giunta in tutte le condizioni meteo.
Tutto questo mentre il compagno di squadra Vinales vola. Pertanto, non si può nemmeno dare realisticamente la colpa alla Yamaha per la crisi di Valentino, visto che la moto di Iwata magari non avrà ancora complessivamente colmato il distacco dalle rivali Honda e Ducati, ma a Losail si sta dimostrando competitiva. Non lo conferma solo la pole position di Maverick, ma anche le ottime prestazioni dei due piloti satellite: il debuttante Fabio Quartararo e Franco Morbidelli. Insomma, il nove volte iridato è stato l’unico dei suoi ad andare così male, e, quel che è peggio, senza che né lui, né la sua squadra abbiano capito davvero il perché. Falsa partenza quella del Dottore. La speranza è che in gara riesca ancora una volta nella sua specialità: le rimonte impossibili.