ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

MotoGP, Yamaha: cronaca di un disastro annunciato. Valentino Rossi è avvilito

3 min read

Il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini sul circuito “Marco Simoncelli” di Misano, nella classe MotoGP ha incoronato la Ducati di Andrea Dovizioso, consentendo però a Marquez della Honda di consolidare il primato nella classifica piloti. Lo spagnolo infatti allunga grazie alla piazza d’onore centrata domenica e al contemporaneo 7° posto di Valentino Rossi. Ora al 2° posto del Mondiale 2018 c’è il Dovi, unico in grado di insidiare il “Marcziano”: soprattutto se la Yamaha continuerà a essere quella vista a Misano. Una Yamaha in crisi nera che non vince un gran premio da ben 22 gare. Pazzesco. L’ultimo successo della casa giapponese di Iwata risale al 25 giugno 2017 col Dottore vittorioso ad Assen per il GP d’Olanda. E purtroppo, la luce in fondo al tunnel è ancora lontana, lontanissima dall’apparire. Sono troppi i problemi tecnici irrisolti per la YZR-M1. Nemmeno i test di Misano e Aragon sono serviti a trovare più grip al posteriore e migliorare l’accelerazione. Oltretutto, fino al termine del Mondiale non ci saranno altre giornate di test privati. 

Valentino Rossi sempre più avvilito. Il settimo posto di Misano ha declassato il Dottore al terzo posto in classifica piloti mettendolo in guardia dall’avanzata di Jorge Lorenzo. A far riflettere sono soprattutto i 19 secondi di distacco da Dovizioso vincitore del GP di San Marino. Un dato che rimarca il gap attuale tra Yamaha e Desmosedici. Dopo la pausa estiva la Honda e, soprattutto, la Ducati hanno fatto un ulteriore passo in avanti, mentre i tecnici di Iwata sono stati incapaci di migliorare la moto e davanti ai problemi non riescono a dare risposte. Sabato la moto di Valentino Rossi sembrava avere un buon ritmo gara, sarebbero bastati due decimi a giro per poter puntare al podio, ma dopo il warm-up qualcosa è andato storto. La M1 ha perso ben sette decimi, al box si sono affrettati a tornare sulle impostazioni del giorno precedente, ma il risultato non è stato lo stesso. La domanda sorge spontanea direbbe qualcuno: perché 24 ore dopo la M1 non ha dato gli stessi risultati della FP4 pur con un set-up identico? Una domanda cui nessuno sa dare risposta. E questo è ancor più allarmante dei problemi Yamaha. 

Amare considerazioni. Il dato certo è che nelle ultime tre stagioni in MotoGP, la Yamaha ha collezionato la maggior parte dei podi nella prima metà di stagione, quasi fosse incapace di proseguire lo sviluppo a campionato in corso. Ma i tecnici giapponesi sembrano incapaci di apportare migliorie sugli altri dettagli, perché se è vero che il motore è troppo aggressivo ai bassi regimi, è pur vero che con un setting elettronico su misura parte dei problemi potrebbero essere messi in archivio. Valentino Rossi non a caso dopo la gara di Misano ha sbottato dicendo: “Non conosco le idee dei nostri tecnici, provate a chiedere, poi magari me lo dite”. Decifrare i dati e reagire alle pecche della M1 sembra ormai un’impresa utopica. E non è un problema del singolo centauro, perché in gara hanno sofferto di grip anche le M1 di Vinales e Zarco, in netto calo rispetto al giorno prima.

Prospettive future. Si fanno tante ipotesi, tante prove  e nelle ultime ore prende piede una pista relativa alle gomme. I piloti della MotoGP si lamentano da tempo di perdere aderenza domenica pomeriggio a causa del modo in cui le loro Michelin interagiscono con la gommatura Dunlop posata dalle precedenti classi Moto3 e Moto2. Ma se così fosse, perché Yamaha soffre più di Honda e Ducati? Si parla della gomma Moto2 da molto tempo. Un punto su cui Valentino Rossi ha detto: “Prima di tutto, non sappiamo se è vero, e non sappiamo perché in alcune piste ci dà più problemi che in altre, ma soprattutto, perché il problema riguarda solo noi. Perché in realtà Honda e Ducati hanno esattamente lo stesso tempo sul giro del sabato. Quindi è strano che la gomma della Moto2 sia cattiva solo per la Yamaha, ma potrebbe essere. Sinceramente, non sappiamo se è vero. E se è vero, non sappiamo perché”. Una cosa è certa, così non se ne esce. 

 

 

Autore