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Netanyahu a Bruxelles: “Gerusalemme Capitale” aiuta la pace

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Dopo le giornate delle tensioni nelle piazze, arrivano quelle della politica per la crisi di Gerusalemme che, varca i confini di Israele e dei Territori palestinesi per sbarcare a Bruxelles dove è arrivato il premier israeliano Netanyahu che, nella conferenza stampa congiunta con l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha difeso la scelta di Donald Trump di riconoscere ufficialmente Gerusalemme come capitale dello stato ebraico.

La Mogherini ha condannato qualsiasi tipo di attacco ad Israele così come ha fatto ieri il premier francese Macron che al contempo però, ha esortato Israele a congelare l’espansione delle colonie. “La pace – ha sottolineato il premier francese – è in pericolo, chiediamo a Israele un gesto coraggioso verso i palestinesi”, ha detto Macron. Ma Netanyahu ha ribadito che la responsabilità dell’assenza di dialogo è da attribuire al presidente Abu Mazen e ai suoi uomini, non al governo israeliano. Muro contro muro insomma, con scene che probabilmente si ripeteranno nelle prossime ore a Bruxelles.

Riconoscere Gerusalemme capitale di Israele è “riconoscere la verità” ed è dunque “un passo verso la pace”: è quanto ha dichiarato il premier dello stato ebraico, che oggi a Bruxelles, incontra i ministri degli Esteri dell’Ue. “Gerusalemme – ha detto – è sempre stata capitale di Israele e Trump ha messo in chiaro i fatti, nero su bianco. Gerusalemme è la capitale di Israele e affermarlo non è un ostacolo alla pace, ma un passo verso la pace. Perché per arrivare alla pace occorre riconoscere la verità”.

La Mogherini ha chiesto lo stop “alle tensioni e alla violenza in tutti i luoghi e in tutta la regione”: “Un’escalation di violenza -ha detto- sarebbe la cosa peggiore”.

Intanto ieri il leader palestinese Abu Mazen è partito “improvvisamente” per il Cairo dopo una telefonata avuta con il suo omologo egiziano Al Sisi, per un vertice a tre anche con re Abdallah di Giordania. Proprio ieri la Camera bassa del Parlamento giordano ha votato all’unanimità una mozione per chiedere di “rivedere” tutti gli accordi firmati finora con Israele, e in particolare il Trattato di pace del 1994, così come “tutte le violazioni a questi” trattati alla luce della decisione di Trump.

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