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Next Generation Ue, von der Leyen presenta il piano da 750 miliardi. All’Italia la fetta più grande

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Anticipando le cifre del piano anti-crisi dell’Ue, il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni l’aveva definito “una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti”. Poco dopo, è arrivata anche la conferma della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che a Bruxelles, ha presentato la proposta dell’esecutivo Ue per il lancio del Recovery Fund da 750 miliardi: un fondo per la ripresa dell’economia europea in ginocchio per la crisi provocata dall’emergenza coronavirus.

Quello che finora è stato definito Recovery fund viene ribattezzato Next Generation Eu. Il pacchetto sarebbe composto da 500 miliardi di sovvenzioni – la cifra proposta da Francia e Germania nel loro documento comune – e 250 miliardi di euro di prestiti.

“La crisi ha effetti in tutti i Paesi – ha spiegato von der Leyen nel corso del suo discorso davanti alla plenaria di Bruxelles – e nessuno può ripararsi da solo. Un’economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall’altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte: o andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamo la strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme”.

“Le proposte più coraggiose sono anche quelle più sicure – ha continuato il capo di Palazzo Berlaymont -, è per questo che oggi proponiamo il Fondo ‘Next Generation Uè da 750 miliardi, che si aggiungerà ad un Quadro finanziario pluriennale (Qfp) che è stato riveduto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi”. Lo sforzo complessivo dell’Ue per la ripresa sarà quindi “da 2.400 miliardi” di euro: alla proposta del Fondo da 750 miliardi e ai 1.100 miliardi di bilancio pluriennale Ue, si sommeranno i 540 miliardi delle misure già approvate, ossia Mes light, Sure per la disoccupazione e fondi Bei.

Dei 750 miliardi del Recovery Fund, 500 saranno “sotto forma di sovvenzioni” a fondo perduto, considerate cioè come “un investimento comune dell’Unione europea”, mentre i restanti 250 miliardi andranno in prestiti agli Stati membri. E nel concludere il suo intervento, la politica tedesca ha detto che occorre “fare un ulteriore passo coraggioso verso l’Europa della sostenibilità. Lo dobbiamo alle prossime generazioni. Viva l’Europa”.

All’Italia, secondo quanto anticipato dalla Dpa, spetterebbero 172,7 miliardi: 81,807 sarebbero versati come aiuti e 90,938 miliardi come prestiti. La cifra rappresenta la quota più alta destinata a un singolo Paese, sia in termini assoluti sia per quanto riguarda gli aiuti a fondo perduto che i prestiti. Alla Spagna, che ha la seconda fetta più corposa, verrebbero destinati 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 miliardi di aiuti e 63,1 miliardi di prestiti.

Soddisfatto il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte che ha parlato di un “ottimo segnale da Bruxelles”. “Va proprio nella direzione indicata dall’Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall’inizio – ha aggiunto il premier – I 500 miliardi a fondo perduto e i 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo sul negoziato e liberiamo presto le risorse”.

Il fronte dell’austerità però sembra irremovibile: fonti diplomatiche dei Paesi Bassi, uno dei membri Ue nel gruppo dei cosiddetti ‘frugali’, frena: “Le posizioni sono lontane e questo è un dossier che richiede l’unanimità, quindi i negoziati richiederanno tempo. È difficile pensare che questa proposta potrà essere il risultato finale di quei negoziati”.

I capi di Stato e di governo si vedranno per esaminare la proposta il 17 e 18 giugno a Bruxelles.

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