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Niente prova tv per i fatti di Milan-Lazio: indagherà la Procura Federale

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In Italia finisce sempre così: tanto rumore per nulla. Oppure: tutti colpevoli, nessun colpevole. Non a caso, per i fatti di Milan-Lazio nessun provvedimento disciplinare è stato preso dal giudice sportivo, che dunque non ha accolto la richiesta della Procura Federale di utilizzare la prova tv, nei confronti dei giocatori milanisti Franck Kessie e Tiemoué Bakayoko per il loro gesto di scherno nei confronti del laziale Acerbi, al termine della partita di sabato scorso. Ma la risposta della Procura Federale non si è fatta attendere: l’organo guidato dall’ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, ha deciso di aprire un’indagine sul deprecabile comportamento dei due centrocampisti rossoneri. Il Milan, dal canto suo, tramite un comunicato ufficiale, fa sapere: “Abbiamo preso atto della decisione di declinare alla Procura Federale la competenza di un’indagine sull’episodio. Si è focalizzata una forte attenzione mediatica a discapito degli altri episodi avvenuti nel corso della serata. Restiamo comunque disposti a cooperare con la Procura affinché il percorso investigativo venga portato a compimento, nella certezza che il suo esito non sarà in alcun modo condizionato dalle dichiarazioni rilasciate in queste ore”. Allo stato dei fatti, forse la Procura Federale prenderà una decisione a campionato finito. E’ così da sempre quando si tratta di pantomime all’italiana.

La vergognosa rissa precedente l’episodio Kessie-Bakayoko: nessuna squalifica, solo multe. Ci chiediamo, ma l’arbitro Rocchi dove stava? Perchè non ha messo nulla a referto? I sei protagonisti di quella sorta di scazzottata in stile “nei peggiori bar di Caracas”, se la sono cavata con una semplice ammenda di 10mila euro. Parliamo dei milanisti Bertolacci, Kessie e Musacchio e dei laziali Patric, Luiz Felipe e Lucas Leiva. Ammenda da 10mila euro anche per il Milan: sanzionato lo sputo di un tifoso verso il tecnico della Lazio Simone Inzaghi. Multa della stessa entità per lo stesso “Inzaghino”, per aver contestato platealmente l’arbitro al momento dell’espulsione.

I commenti di Malagò e Giorgetti non fanno una piega. Alla luce delle sentenze pilatesche, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha detto: “Certe sentenze si possono non comprendere ma vanno accettate. L’errore che però non dobbiamo commettere come rappresentanti delle istituzioni è quello di entrare nel merito delle sentenze perché altrimenti non si finisce mai”. Il solito commento alla cardinal Mazzarino in salsa democristiana. Mentre il sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti ha affermato: “È giusto, faranno ulteriori approfondimenti. Ho sempre detto che i campioni sono un esempio per i ragazzi: se queste cose le fanno i campioni, poi succede che i ragazzi le rifanno sui campetti di periferia. Bisogna insegnare a tutti come si sta in campo e gli esempi vengono dall’alto”. Proprio vero, tanto rumore per nulla.

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