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Nuoto, Pellegrini e Paltrinieri da Leggenda: oro per entrambi ed Italia in vetta

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Federica Pellegrini entra nella leggenda, o meglio, si conferma campionessa leggendaria, per lei arrivala sesta vittoria mondiale, questa volta a Gwanju 2019 e nei 200 stile libero, a 31 anni. La campionessa azzurra ferma il cronometro sul tempo di 1:54.22, precedendo l’australiana Titmus e la svedese Sjoestroem che vengono entrambe rimontate nella seconda parte della gara. Con questa sono otto volte di fila sul podio iridato in questa particolare gara, dimostrando ancora imbattibilità e voglia di non mollare mai.

FEDE INCREDULA- Federica tra lacrime ed incredulità commenta così la straordinaria vittoria  ai microfoni di Rai sport: “Non ci credo ancora, ho fatto quello che ho voluto sentendomi come volevo. E’ stato incredibile anche il tempo, vuol dire che tutto il lavoro che stiamo facendo paga tanto e forse come non mai. Sono tanto contenta perché e’ il mio ultimo mondiale. A me piace lavorare, non sempre i risultati sono arrivati ma questa volta è incredibile. Sono felice, Budapest è stato voluto fortemente ma mai avrei immaginato l’oro. Qui sono successe una serie di cose strane, mi sono trovata a giocarmi qualcosa di importante arrivando cosi’ di passaggio: è bellissimo”-

FINALE CONQUISTATA E MERITATA- Nella straordinaria giornata di ieri, sorrideva appunto la campionessa azzurra, in finale nei 200 stile libero con il miglior tempo (1’55″14): “Sono contenta, non pensavo di essere passata così forte. Domani sarà una finale molto tirata, dovrò limare qualcosa nella seconda parte della gara ma sto nuotando bene”. Queste le sue parole prima dell’ennesimo oro.

PALTRINIERI DA LEGGENDA- Impresa incredibile quella di Gregorio Paltrinieri, l’azzurro vince la medaglia d’oro negli 800 metri stile libero, la prima volta nella sua storia a livello iridato. Il campione emiliano domina tutta la seconda parte di gara, conclusa con il tempo di 7:39.27 e il record europeo. Medaglia d’argento al norvegese Christiansen, il bronzo va al francese Aubry. Quinto Gabriele Detti, troppo forti lì davanti.

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