Oltre alla cosiddetta ‘Fase 2’ il Governo è al lavoro per evitare un ‘lockdown di ritorno’
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Oltre alla cosiddetta ‘Fase 2’ il Governo è al lavoro per capire quale meccanismo ‘d’emergenza’ introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, i contagi tornassero a salire.
Il premier Giuseppe Conte si è preso ancora qualche ora di tempo, ma al momento si sta valutando un meccanismo che usi, come suggerito anche dalla task force di Colao, insieme all’indice dei contagi anche la capienza degli ospedali sul territorio e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Il governo deve decidere se inserire un automatismo che vincoli le Regioni o procedere di caso in caso: se salisse l’indice del contagio, ad ogni modo, il “lockdown” tornerebbe a scattare in alcune aree del Paese.
La preoccupazione maggiore, è quella di non riuscire più a contenere la stanchezza dei cittadini, che si somma alle difficoltà economiche. Nel confronto al tavolo del Cdm i ministri hanno presentato varie proposte. Dall’apertura dei campi estivi sostenuta da Elena Bonetti, al grande tema dei trasporti, che è al momento forse quello che più impensierisce.
Con la limitazione del ricorso ai mezzi pubblici potrebbe esserci un caos per il traffico nelle vie cittadine. Inoltre servono anche risorse ingenti per garantire adeguamenti dei mezzi e personale che controlli gli accessi. E bisogna essere pronti dal 4 maggio: un esperimento di 3 ore fatto nella metro di Roma mostra come gestire il flusso non sia facile e le file rischino di essere molto lunghe.
La sperimentazione ha riguardato la fermata San Giovanni delle linee A e C della metro. Per contingentare i flussi nelle tre ore di sperimentazione i passeggeri sono stati fatti entrare da un ingresso e uscire da un altro. Provvedimento adottato per entrambe le linee. Nella sotto stazione è stato inoltre chiuso il canale di collegamento tra le due linee per evitare che i passeggeri si incrociassero creando assembramenti.
Agli ingressi, personale addetto, permetteva l’entrata di 30 passeggeri ogni 3 minuti e ogni convoglio doveva avere un totale di massimo 150 passeggeri. Sulla banchina sono state segnalate a terra, con cerchi azzurri, le distanze da rispettare per il pubblico, mentre tutte le misure di sicurezza anti-contagio vengono ricordate ai passeggeri tramite l’altoparlante.
A Milano invece il Comune punta a diversificare, gli orari della città anche per favorire un minore afflusso di persone sui mezzi di trasporto e incentivare lo smartworking. Inoltre, si pensa di introdurre un limite di velocità a 30 chilometri orari, in molte zone della città. Un’altra idea è quella di posizionare i tavolini dei bar nei posti auto o al margine della carreggiata. L’obiettivo delle iniziative, contenute nel documento “Milano 2020”, è valorizzare lo spazio pubblico per consentire a bar e ristoranti di poterlo sfruttare al meglio, con le dovute norme di distanza.
Per la ripartenza il Comune sta inoltre lavorando a dieci nuovi tratti di piste ciclabili per quasi 23 chilometri “che saranno pronti nel corso dell’estate.
Tra le strategie messe in campo c’è anche la valorizzazione del quartiere, dove tutto quello che serve si trova nel raggio di 15 minuti a piedi. L’ obiettivo sarà quello di “limitare la migrazione delle persone dai quartieri residenziali a quelli legati al consumo – ha spiegato l’assessore al Commercio, Cristina Tajani -. Ogni dimensione dovrà avere una dimensione propria di consumo e socialità in modo da utilizzare tutto lo spazio fisico della città, anche all’aperto”.