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Omicidio Kennedy: centinaia ancora i files segreti

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Sono online 2800 documenti classificati su John Fitzgerald Kennedy. Cadono dunque i primi segreti sull’omicidio del 35° presidente americano che, sconvolse gli States e che ancora oggi, ricordano quel 22 novembre del 1963 a Dallas in Texas.

Tuttavia la verità non è sempre bianca o nera e in questo caso rimane infatti grigia, poiché Donald Trump ha deciso di tenere segreti ancora centinaia di documenti, cedendo dunque alle pressioni della vigilia esercitate dalla Cia.

E’ stato poi lo stesso Trump, in un memorandum, a spiegare il perché del rinvio. La temporanea mancata pubblicazione di alcuni file “è necessaria per evitare danni alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, alle forze dell’ordine, o alla conduzione di relazioni straniere che sono di tale serietà da pesare più del pubblico interesse nella pubblicazione immediata”. Poi ha aggiunto: “Non ho altra scelta se non accettare le censure proposte dai dipartimenti e dalle agenzie della sua amministrazione piuttosto di consentire un danno irreparabile alla nostra sicurezza nazionale”.

Una decisione che ha sollevato delusioni e polemiche, alimentando le teorie cospirative sull’omicidio più indagato della storia Usa. In quei file, alcuni dei quali degli anni Novanta, come ha spiegato in serata la Cia, ci sono i nomi di agenti ed ex agenti segreti, come pure metodi specifici di intelligence e collaborazioni che restano vitali per proteggere la sicurezza del Paese. Bisognerà attendere quindi il prossimo 26 aprile per vedere se quei documenti contengono rivelazioni utili a chiarire se l’ex marine Lee Harvey Oswald fu l’unico ad agire e a sparare a Jfk. Proprio in merito emerge però che l’Fbi ricevette una minaccia di morte proprio contro Lee Harvey Oswald la notte prima che il presunto assassino di Kennedy fosse ucciso da Jack Ruby, il proprietario di un nightclub di Dallas. Ma la polizia non agì.

Il presidente americano ha dunque fissato un termine di 180 giorni per rivedere i documenti rimasti classificati. “Alla fine di questo periodo – conclude – ordinerò la pubblicazione di qualsiasi informazione che le agenzie non possano dimostrare essere conformi agli standard legali per un ulteriore rinvio” in base alla legge del 1992 sugli atti relativi all’assassinio di Kennedy. Se ne riparla il prossimo 26 aprile.

Tra i files desecretati sono emersi anche alcuni tentativi della Cia per uccidere il presidente cubano Fidel Castro. Il documento rientra nelle indagini sulla possibilità che dietro l’omicidio di Kennedy vi fosse Cuba, tra le teoria più accreditate tra i cospirazionisti. “La commissione ha determinato che agenti della Cia erano coinvolti in pianificazioni in questo Paese con determinati cittadini e altri per cercare di assassinare il premier Castro”, si legge nel documento. In altri file relativi alle attività anti-castriste degli Stati Uniti si considera la possibilità di contaminare i raccolti a Cuba con “agenti biologici” che apparirebbero come fenomeni naturali. Il piano viene definito “Operazione mangusta”. In un altro dossier, sempre nell’ambito dei piani per ribaltare il regime castrista, viene illustrata la proposta di lanciare volantini sull’isola con i nomi dei funzionari comunisti da uccidere con vicino l’ammontare, differente per ciascuno di questi, della ricompensa.

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