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Omicidio Laura Ziliani: prima drogata e poi soffocata con un cuscino

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Laura Ziliani è stata stordita dai farmaci, ma non uccisa. Gli inquirenti sono convinti che l’ex vigilessa bresciana sia stata soffocata con un cuscino mentre dormiva sotto effetto di ansiolitici. Per il delitto sono state arrestate due delle tre figlie della donna e il fidanzato della maggiore.

L’unica estranea alla vicenda sarebbe la 25enne Lucia che soffre di un “lieve ritardo cognitivo” secondo il rapporto del magistrato. La giovane viveva con la madre, che secondo quanto emerso, era il suo unico punto di riferimento. Ora Lucia è rimasta sola. Suo padre è morto travolto da una valanga, le sue sorelle, Silvia e Paola Zani, sono state arrestate per l’omicidio dell’ex vigilessa. “Io e la mamma eravamo praticamente inseparabili – si sfoga – Sono felice che li abbiano arrestati ma non avranno mai il mio perdono”.

Lucia, ha raccontato al Corriere della Sera, di come il rapporto con le due sorelle fosse già deteriorato da un po’: “Io non mi fidavo più di loro, ma non pensavo che arrivassero a fare una cosa così brutta. Sono state cattive, più di mio padre. Lui aveva un carattere complicato ma gli volevo bene”.

Silvia, la sorella minore Paola e Mirto, fidanzato della maggiore, sono tutti accusati di omicidio e di occultamento di cadavere. Nel sangue della vittima sono state trovate tracce di psicofarmaci. Tutti e tre hanno deciso di non parlare, ma l’ipotesi degli inquirenti è che quella notte tra il 7 e l’8 maggio la donna sia stata uccisa a letto e successivamente il suo cadavere è stato portato fuori dalla casa di via Ballardini a Temù (BS), al momento ritenuta la scena del crimine. Tra le ipotesi, anche quella che il corpo sia stato tenuto nascosto, fino al ritrovamento vicino al fiume Oglio avvenuto l’8 agosto. Martedì inizieranno gli interrogatori di garanzia.

“Sto male perché l’hanno ammazzata loro – si sfoga la 25enne – le mie sorelle e quel cretino di Mirto. Non me l’aspettavo proprio, io pensavo che fosse morta per cause naturali o per un’incidente… mi hanno nascosto così tante cose che non so… perderla così è un cosa che non riesco a pensare”. Con Mirto, confessa Lucia: “Mia mamma non andava d’accordo e mia nonna lo odiava”.

Alla base dell’omicidio ci sarebbe il movente economico. I tre puntavano ad impadronirsi del patrimonio immobiliare di Laura Ziliana, una decina di case sparse fra la Valcamonica e Brescia, delle quali è comproprietaria anche Lucia. Proprio Mirto, aveva preso in mano la gestione di questi appartamenti e sempre lui, con il chiaro intento di depistare le indagini, ha cercato di far credere che la vittima fosse piena di debiti e per questo con amici e parenti ipotizzava una fuga di Laura.

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