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Padoan contro Bankitalia: vigilanza insufficiente nella crisi degli istituti veneti

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Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan durante la conferenza stampa al termine del Cdm a Palazzo Chigi, Roma, 18 aprile 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

Audizione in Commissione inchiesta banche del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan : “Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione, la responsabilità” del settore bancario “è in capo al Ministro delle finanze che d’abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio”. Così Padoan, ha risposto al senatore Andrea Augello che gli chiedeva dei colloqui tenuti dai ministri Maria Elena Boschi e Graziano Delrio sulla vicenda Banca Etruria.

Parole che cadano in pieno nel polverone sollevato dal caso della banca toscana, mandata in risoluzione insieme ad altri tre istituti con la polemica sul potenziale conflitto d’interessi dell’allora ministra Maria Elena Boschi, il cui padre era vicepresidente dell’istituto. “Mi risulta che la nostra normativa sul conflitto di interessi sia una buona normativa. Si tratterebbe forse di applicarla con decisione”, ha sottolineato il Ministro, spiegando di avere comunque appreso dai giornali dell’incontro tra Boschi e gli altri banchieri o esponenti della vigilanza.

Parlando delle crisi ha ricordato che le autorità di vigilanza bancaria si sono trovate ad “affrontare una fase di transizione che ha spostato a livello europeo le competenze. Malgrado la difficoltà c’è stata una sostanziale capacita di gestione del sistema. Al netto delle modifiche delle regole”, ha ammesso Padoan, “non si possono escludere casi in cui responsabilità importanti a livello di singoli istituti” sono possibili. “Non è andato tutto bene”,ma sono stati fatti “tutti gli sforzi possibili”ha aggiunto il titolare dell’Economia.

La relazione di Padoan era iniziata con la rivendicazione di quanto fatto dal governo in tema di credito in difficoltà. “Il volume dei crediti deteriorati ha continuato ad aumentare fino a raggiungere il picco tra il 2015 e il 2016 e, invece, ora si sta osservando un’inversione di tendenza a velocità sostenuta. La strategia per smaltire i non performing loans (i crediti deteriorati, ndr) sta funzionando”, ha rimarcato Padoan.

Poi è tornato sulla decisione di confermare il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: è stata ispirata “essenzialmente alla continuità istituzionale in un contesto in cui seppure in fase di miglioramento dell’economia l’andamento dell’Italia continua a essere importante. Si è voluto dare un segnale ai mercati. Pur riconoscendo che in alcuni singoli casi la vigilanza poteva fare meglio, ciò avveniva in contesto di cambiamento delle norme europee e di crisi economica”. Alla domanda su quali fossero i casi di Vigilanza insufficiente, Padoan ha citato le banche venete.

L’audizione di Padoan ha avviato una settimana cruciale dei lavori della Commissione, che culmineranno con l’audizione dell’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. Proprio dal banchiere si attendono chiarimenti sulla presunta pressione dell’allora ministra Boschi perché l’istituto milanese si facesse carico della situazione difficile di Banca Etruria. Pressioni e conflitto d’interesse sempre smentiti dalla diretta interessata, ma tornate al centro della polemica dopo che il capo della Consob, Giuseppe Vegas, ha confermato l’esistenza di “uno, forse due” incontri con Boschi sul caso Etruria. Anch’egli ha in ogni caso smentito “pressioni”. Tra gli altri nomi di spicco, nell’agenda dei lavori c’è quello del governatore confermato Ignazio Visco.

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