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Padoan sulle pensioni: sì all’aumento dell’età, ma ampliando la platea dei lavori gravosi

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Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan tornando sulle pensioni ha ribadito che l’aumento dell’età pensionabile resta, ma è previsto un tavolo per estendere le categorie dei lavori gravosi. Operai edili, conciatori, macchinisti e ferrovieri, camionisti, infermieri che lavorano su turni, facchini o addetti alle pulizie, spazzini, maestre d’asilo. Potrebbero essere queste le attività gravose o difficoltose esentate, totalmente o in parte, dal meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita. Sono le stesse categorie professionali che possono chiedere l’indennità dell’Ape social al compimento dei 63 anni, con 36 anni di contributi.

Una platea già delineata con molta attenzione lo scorso autunno, quando a seguito dell’intesa con i sindacati il governo aveva inserito nella legge di bilancio un primo pacchetto di misure previdenziali.

L’idea sarebbe dunque quella di esentare almeno per un certo numero di anni dal “meccanismo automatico” sull’età pensionabile i lavori gravosi individuati con il decollo dell’Ape social, lasciando anche aperta la possibilità di estendere ulteriormente il bacino, aggiungendo all’elenco dei “gravosi”, anche le categorie dei siderurgici, degli agricoli e dei marittimi. Un’estensione che comunque consentirebbe di rimanere abbondantemente sotto quota 20mila lavoratori interessati.

Il rinvio sull’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, atteso entro l’anno, “non credo sia la strada. Ci può costare in Ue”, ha commentao il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al tavolo con i sindacati. Sulla stessa linea il ministro per lo Sviluppo, Carlo Calenda, secondo il quale in questo modo si mettono a rischio i conti dello Stato e della previdenza sociale. Il 13 novembre «verificheremo se davvero c’è la disponibilità a cambiare i meccanismi dell’età pensionabile e a differenziare i lavori, oppure se non c’è» ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso.

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