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Palermo, arrestata per corruzione la preside antimafia Daniela Lo Verde. Ai domiciliari anche il suo vice

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Volto simbolo dell’antimafia palermitana. Ora agli arresti domiciliari. Daniela Lo Verde, preside dello Zen2, la scuola intitolata al giudice Giovanni Falcone, nonché Cavaliere al merito della Repubblica italiana – nominata tre anni fa per il suo impegno durante la pandemia –  è accusata di peculato e corruzione. Per mesi si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside Daniele Agosta – anche lui ai domiciliari –  di cibo, computer e tablet destinati agli alunni dell’istituto e acquistati con i fondi europei. Il gip parla di quadro probatorio “chiaro, del tutto inequivocabile e imbarazzante” e di una gestione assolutamente spregiudicata e volta a curare meramente interessi di natura personale.

Il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara ha disposto la “sospensione immediata” per la preside Lo Verde. Presto verrà nominato un reggente. Il ministro ha annunciato che saranno inviati anche degli operatori psico-pedagogici  “a supporto di tutta la comunità, nell’elaborazione di quanto accaduto oggi”.

L’inchiesta, che nasce dalla denuncia di una docente, coinvolge anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari. La donna, dipendente di un negozio di informatica, avrebbe ottenuto le forniture di dispositivi alla scuola in via diretta e in esclusiva e in cambio avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari.

E’ una trama disarmante quella che viene fuori dalle indagini. “Il riso .. . lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo… questa cosa di origano mettila pure per casa…” spiegava la Lo Verde alla figlia non sapendo di essere intercettata”. Particolarmente grave ed emblematica l’estratto di una conversazione tra la preside e il suo vice che commentano un furto di computer avvenuto a scuola e denunciato sui media dalla donna. “Per un cornuto un cornuto e mezzo – diceva Agosto — ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!”.

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