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Panama Papers: i potenti usano i paradisi fiscali

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Milioni di documenti, già ribattezzati come “Panama Papers“, fatti trapelare sui media internazionali, accusano leader mondiali, funzionari d’intelligence e criminali di aver dirottato una gigantesca massa di denaro verso i paradisi fiscali. Il dossier in questione consiste in 11,5 milioni di file segreti per un totale di 2,6 terabyte – e-mail, PDF e file – che coprono un periodo che va dal 1970 alla primavera del 2016. I documenti forniscono informazioni su leader attuali ed ex, così come celebrità, che avrebbero presumibilmente riciclato miliardi di dollari, evaso tasse con l’aiuto di società all’estero ed evitato sanzioni e presunte attività finanziarie illegali di alcune delle persone più potenti del mondo.

Nell’articolo che compare sul sito de l’Espresso si legge: “Circa un migliaio di clienti provenienti dal nostro Paese sono citati, a vario titolo, nei documenti che il settimanale ha consultato. Imprenditori, professionisti, volti noti dello spettacolo, ma anche moltissimi personaggi sconosciuti alle cronache sono approdati a Panama per mettere al sicuro il patrimonio di famiglia. Nei prossimi giorni, una volta completate le nostre verifiche, daremo conto di questi affari offshore”.

Tra i nomi eccellenti, persone vicine al presidente russo Vladimir Putin, familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan.

Nelle carte dello scandalo figurano anche il calciatore Lionel Messi, l’ex fuoriclasse della Juve e dirigente attualmente sospeso della Uefa Michel Platini, l’attore cinese Jackie Chan, il re del Marocco Mohamed VI, e quello dell’Arabia Saudita Salman: questi ultimi furono aiutati da Mossack Fonseca nell’acquisizione di yacht di lusso.

Tra i nomi eccellenti anche quello del padre del primo ministro britannico David Cameron, morto nel 2010, e dirigenti sportivi sudamericani già comparsi nello scandalo Fifa, come l’ex vicepresidente del calcio mondiale Eugenio Figueredo e suo figlio Hugo, oltre all’uruguaiano Juan Pedro Damiani, del comitato etico della stessa Fifa.

Per quanto riguarda Platini, secondo Le Monde fece aprire una società offshore circa un anno dopo la sua elezione ai vertici del calcio europeo e chiese agli avvocati della Mossack Fonseca di amministrare la Balney Enterprises Corp., nata a Panama il 27 dicembre 2007. Il quotidiano francese non ha avuto risposta alle domande poste a Platini sulle finalità di questa società, ma attraverso un suo portavoce ha fatto sapere che “i suoi affari sono assolutamente legali”.

Nella lunga lista di nomi coinvolti nello scandalo ci sono anche parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. L’elenco continua ad allungarsi di ora in ora e spazia dalla politica, allo spettacolo, allo sport. Tra gli altri ci sono i nomi del presidente dell’Argentina Mauricio Macri e di parenti del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev.
Intanto il governo panamense si dichiara pronto a collaborare sul caso .

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