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Patrick Zaki, il solito ritornello: altri 45 giorni in carcere in Egitto

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Come un ritornello ormai stonato si ripete la decisione di prolungare per Patrick Zaki, la custodia cautelare nel carcere egiziano di Tora, per altri 45 giorni. Di fronte a questa aperta e sfrontata violazione dei diritti umani Amnesty Italia è tornata a sollecitare un intervento concreto del governo italiano in favore dello studente dell’Alma Mater di Bologna.

Riccardo Noury: “Mi chiedo se anche dopo il secondo voto del parlamento in favore di Patrick Zaki il Governo italiano continuerà a invitare alla cautela e al silenzio, oppure prenderà qualche iniziativa. Ad esempio, convocando l’ambasciatore d’Egitto in Italia per esprimere il proprio scontento. Ci sono volute 48 ore – aggiunge il portavoce di Amnesty International Italia- per conoscere un esito che purtroppo molti davamo per scontato, una sentenza ancora una volta crudele, che farà aumentare fino a oltre un anno e mezzo la detenzione senza processo e senza possibilità di difendersi”.

L’appello di Noury: “Un appello che faccio alle forze politiche, al mondo dell’informazione è di non abbandonarlo”. “Stiamo vicini a Patrick, non dimentichiamolo perché ha bisogno del sostegno di tutte e di tutti noi. Ogni giorno che passa in questa condizione crudele è un giorno di enorme dolore per lui e per le persone a lui care”.

Le accuse contro Zaki: consistono in dieci post su Facebook, che secondo l’autorità giudiziaria de Il Cairo contribuirebbero a diffondere notizie false, oltre ad istigare alla violenza e a crimini terroristici. Post tra l’altro sempre considerati falsi dai legali di Patrick. Martedì l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera Josep Borrell ha ricevuto il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry e ha messo sul tavolo “il tema dei diritti umani in Egitto”, oltre ad esprimere “preoccupazione per la pena capitale e per la situazione di Patrick Zaki”.

Intanto da lunedì Patrick è ufficialmente cittadino padovano. Dopo il via libera della mozione avvenuta a maggio, il 12 luglio, la delibera votata in consiglio ha formalizzato l’atto. Tuttavia il voto non è stato unanime. La delibera è infatti passata con due astenuti (Turrin e Cappellini di Fratelli d’Italia).

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