ART News

Agenzia Stampa per emittenti radiofoniche

“Piero Fabrizi and friends – Primula”, l’album d’esordio

3 min read

PIERO FABRIZI, Musicista, compositore, produttore e arrangiatore, attivo nel panorama musicale italiano sin dal 1980, dopo moltissime collaborazioni con i più grandi nomi della musica italiana ed internazionale realizza il suo album d’esordio. Si intitola “PIERO FABRIZI and friends – PRIMULA” (pubblicato su etichetta Route 61 Music in associazione con Brave Art Records) e dal 29 Settembre è disponibile nei negozi tradizionali, su Amazon, nello store dell’etichetta (www.route61music.com) e su iTunes. L’album registrato tra Rio De Janeiro, Roma, Milano e New York  vanta prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Chico César, Tony Levin, Jaques Morelenbaum, Moreno Veloso, David Binney, Mauro Pagani e Maurizio Giammarco. Piero Fabrizi ad ART-News racconta  il suo album esordio.

Il 29 settembre è uscito il suo album d’esordio “PIERO FABRIZI and friends – PRIMULA” quando e come è nata l’esigenza di lavorare a questo disco?

Dopo tanti anni passati a produrre dischi per altri, ho sentito la necessità di proporre un mio lavoro, mettendomi in gioco e cercando di esprimermi nel modo più libero possibile, senza dover rispettare schemi di alcun tipo. Un ritorno alle radici e alle spinte primordiali legate alla passione e alle emozioni che la musica ha sempre suscitato dentro di me.

All’album hanno preso parte artisti di fama internazionali (Chico César, Tony Levin, Jaques Morelenbaum, Moreno Veloso, David Binney, Mauro Pagani e Maurizio Giammarco). Cosa le hanno lasciato tutte queste collaborazioni?

Un’enorme ricchezza, grande gioia ed entusiasmo. In fondo il vero senso del fare musica è racchiuso proprio nella collaborazione. Suonare con altri musicisti, misurarsi con altri stili e altre menti creative, con altre personalità, non può che allargare i propri orizzonti, si crea un vero scambio, un flusso di energia pura.

Il disco è stato registrato a Rio De Janeiro, Roma, Milano e New York. Cosa c’è nel suo disco di ogni città elencata?

Oltre le immagini, gli odori e le atmosfere legate ad ognuno di questi luoghi, rimane la musica. Il ricordo di ogni session, ogni studio, ogni musicista, ha lasciato un’impronta indelebile nel dna del disco. Un viaggio musicale lungo quattro anni, dove ad ogni tappa c’e una storia da raccontare, un episodio da tenere a mente, molta allegria, molte persone, molto lavoro, molte notti insonni.

Come ci si sente dopo anni passati a lavorare per progetti altrui, a lavorare al proprio di progetto?

C’è una diversa consapevolezza, una maggiore responsabilità nelle scelte, può sembrare un paradosso ma è molto più facile produrre un album di un altro artista che il proprio. Credo sia l’equivalente per un regista che dirige se stesso in un film in cui recita anche come attore, si è più esigenti ed ipercritici. Insomma è sicuramente un lavoro più complesso e stressante.

Lei è un musicista, ma anche compositore, produttore ed arrangiatore. In quale ruolo si rivede di più e perché?

Sono ruoli complementari, mi riconosco in tutti, rivesto ogni ruolo con la consapevolezza di essere anche altro. Considero questo album una summa che mi identifica a pieno. L’eterogeneità del materiale indica una vivacità compositiva che in passato non avevo ancora avuto modo di esprimere. Credo sia comunque difficile identificarmi con qualcosa di differente dal concetto di musicista.

Per molti anni il suo nome è stato legato a quello di Fiorella Mannoia. Che ricordo ha di quel periodo?

Sarebbe riduttivo sintetizzare in poche parole 23 anni di vita e di fruttuosa collaborazione, che ha portato alla realizzazione di ben 14 album due DVD , centinaia di concerti ed eventi di grande prestigio. Non posso che avere un bel ricordo di quel lungo tratto di strada fatto insieme, con complicità e rigore.

Il suo progetto discografico sostiene “Il sorriso dei miei bimbi” ( www.ilsorrisodeimieibimbi.org), la Onlus fondata da Barbara Olivi, perché la scelta di sposare tale progetto?

Perché frequentando il Brasile da oltre 12 anni e conoscendo la realtà durissima delle favelas, ho trovato questo progetto di Barbara Olivi coraggioso e coinvolgente. La onlus opera all’interno di Rocinha – la più grande favela di Rio e di tutto il Sud America – e si preoccupa soprattutto di alfabetizzare i bambini, e non solo, mettendo a disposizione spazi riservati alla scuola e ad altre attività parallele utili alla loro formazione. Non potevo non dare il mio piccolo contributo, sostenendo questa mirabile iniziativa.

www.pierofabrizi.com – www.route61music.com

Carmen De Sio

c.desio@art-news.it

Twitter:CarmenDeSio

Autore

Lascia un commento