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Presidenza Congo: “Attanasio e Iacovacci uccisi dai rapitori”. I ribelli ruandesi negano responsabilità

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Bandiere a mezz’asta in tutta Italia e attesa per il rientro delle salme. E’ un giorno di lutto nel nostro paese all’indomani del barbaro attacco a Goma, nella Repubblica democratica del Congo, in cui sono stati uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Con loro è morto anche Mustapha Milambo, autista del World Food Programme.

Intanto nuovi particolari e nuove versioni emergono dalle autorità e dai soggetti coinvolti in quello che, al momento, viene considerato un tentativo di rapimento. Mentre la presidenza congolese ha inviato un emissario in Italia per consegnare una lettera personalmente a Mario Draghi, assicurando il massimo impegno per la ricerca di verità e con una squadra di investigatori già inviata nella città di Goma, quelli che fino ad oggi erano considerati i principali indiziati del triplice assassinio, le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (Fdlr), negano qualsiasi coinvolgimento chiedendo alle autorità congolesi di far luce sull’accaduto e puntano il dito contro le forze militari del Congo e del Ruanda.

Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti dagli inquirenti della RDC che stanno indagando sul caso, gli aggressori che hanno attaccato alle 10.15 a Kibumba, a pochi chilometri da Goma, il capoluogo del Nord Kivu, “erano sei in possesso di cinque Kalashnikov e di un machete“, si legge in una nota del governatore della provincia del Sud-Kivu citata dal sito Cas-info. “Gli assalitori hanno costretto le persone a bordo a scendere e a seguirli nel Parco dopo aver ucciso uno degli autisti per creare il panico”, aggiungono. Dopodiché, hanno rapito altri tre membri della spedizione.

In un comunicato, la Presidenza congolese conferma che sono stati i rapitori a uccidere Attanasio e Iacovacci, sparando loro a bruciapelo, escludendo così l’ipotesi dell’uccisione per mano di forze di sicurezza congolesi durante lo scontro a fuoco con la banda di rapitori.

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